Roma, da Kalinic a Perotti: c'è vita in panchina

Roma, da Kalinic a Perotti: c'è vita in panchina
di Alessandro Angeloni
3 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Luglio 2020, 09:30
 Meglio tardi che mai, si dice in questi casi. Pian piano Fonseca sta recuperando i desaparecidos, tutti quei calciatori che, per un motivo o per un altro, in stagione hanno dato poco o nulla. Non è nemmeno troppo tardi, visto che un obiettivo, l’Europa League, la Roma deve ancora provare a raggiungerlo e per quello serviranno tutti. Fonseca sta lavorando sulla sfida con il Sivilia ed, eventualmente, quelle dopo. Si giocherà ad agosto e la Roma deve arrivarci con il maggior numero possibile di uomini (in forma accettabile, pure sapendo che in rosa non ci sono cambi tipo Muriel, Malinovsky e Pasalic, tanto per fare degli esempi). E’ sicuramente un successo ritrovare Kalinic, che doveva fare il vice Dzeko ma spesso non è stato all’altezza. Il gol al Brescia, quelli prima del lockdown a Cagliari sono una piccola goccia nel mare ma sapere che Nikola possa essere utile e affidabile è già un grande passo in avanti, specie con Dzeko che non può sostenere certi ritmi, né giocarle tutte. Quattro gare da titolare per il croato fino a questo momento sono poche, chi lo ha preso si aspettava molto di più. E comunque vada sarà un insuccesso (tecnico). Gli infortuni si sono accaniti non solo su di lui, l’elenco è lungo: Pastore, Perotti, Kluivert che addirittura era un titolare), Mkhitaryan, per non parlare di Zappacosta e Santon, di Under. Solo ora Fonseca riesce a fare turnover come avrebbe voluto, e la rotazione comincia a dare dei risultati: il minutaggio spezzato (e anche il nuovo modulo) aiuta gli ex infortunati e i giovani come Villar e Carles Perez, che vengono inseriti senza pretendere tutto e subito, così come Ibanez, gettato nella mischia perché Fazio non era pronto nel post lockdown. 
BRUNETTO
Bruno Peres è stato promosso spesso come titolare e la difesa a tre gli dà vantaggi, anche se i limiti del brasiliano li conosciamo tutti. Spinazzola si alterna a Kolarov, con più continuità, e il serbo non è più obbligato a giocarle tutte come succedeva prima e negli anni precedenti. A Brescia si è vista una crescita fisica, proprio in funzione alle ultime rotazioni: chi era stanco (Diawara ha riposato a Napoli) si è fermato e chi non aveva giocato si è dimostrato più tonico (ad esempio Kolarov o Fazio). Determinanti, infatti, sono stati anche i cambi, con lo stesso Dzeko subito attivo (una traversa e un palo), con Perotti un altro rispetto alle ultime apparizioni (non è quello dell’espulsione per frustrazione con l’Udinese) e in più uomo assist, con Villar sempre ben presente (anche negli errori, spesso figli della gioventù), poi Spinazzola e Zaniolo, addirittura tornato al gol dopo sette mesi. All’appello mancano Kluivert e Under (Jesus resta desaparecidos), ultimamente spariti dai radar. Che poi sono i due sui cui la Roma vorrebbe monetizzare nel prossimo mercato. Ma tutti e due, nella testa di Fonseca, dovranno essere utili da qui in vanti. La rosa al completo, pur non essendo di estrema qualità, non era mai stata a disposizione. Ora qualcosa si sta muovendo e come detto, meglio tardi che mai. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA