Roma, Fonseca alza la voce e punta a riconquistare il podio

Fonseca (foto Gino Mancini)
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Domenica 14 Febbraio 2021, 07:30

Fonseca non si nasconde in pubblico. Volto tirato e stanco. Sente la pressione come mai e lo fa vedere platealmente. Come se i complimenti ricevuti (e quelli che lui ha fatto alla squadra) per la prestazione allo Stadium fossero stati spazzati via dal vento di queste ore. La Roma, appena sorpassata dal Napoli (migliore differenza reti) che ha il vantaggio dello scontro diretto e la partita d’andata con la Juve da recuperare, entrerà del resto in campo partendo dal 5° posto. Sta, dunque, al portoghese sistemare la classifica nel lunch match contro l’Udinese (ore 12,30 all’Olimpico) che può diventare il nuovo trampolino di lancio per prendere quota nella zona Champions. Paulo, tra l’altro, vincendo salirebbe sul podio, tornando sopra ai campioni d’Italia attualmente terzi e aspettando anche l’esito del posticipo Inter-Lazio.

NERVOSISMO IMPROVVISO
Il portoghese è, però, irriconoscibile. E getta la maschera. Che non è quella di Zorro, usata per celebrare la storica vittoria dello Shakthar contro il City di Guardiola. Così attacca pure al momento di incassare le domande più innocue e insignificanti. Non è più garbato come lo conosce la piazza. È di sicuro infastidito. Pesa la questione Dzeko. E si somma alla fastidiosa etichetta di debole con i forti: in 20 tentativi, comprese le coppe, solo 3 successi in una stagione e mezza sulla panchina giallorossa. «Sono io che lavoro con la squadra, che la preparo e che devo capire come deve giocare. Se io decido che debbano giocare le due punte lo faranno, ma la mia decisione non è in funzione della pressione o di quello che si scrive. Poi vedremo quando sarà il caso di metterle insieme». Non risponde, pur accendendosi sull’interrogativo che lo accompagna da tempo. Secondo Fonseca, Mayoral e Dzeko non possono far coppia: la Roma non è pronta per il doppio centravanti. Al massimo la staffetta, come a Torino e come probabilmente oggi all’ora di pranzo. Il giovane può spingere fuori il senatore. «Dzeko si sta allenando bene.

Come Mayoral. Vedremo quale sarà la mia scelta». Non prende di petto, insomma, nemmeno il dubbio alimentato dall’ex capitano che sarebbe poi il titolare giovedì a Braga. Black out totale e a tempo indeterminato, invece, sulla fascia e sulla richiesta che ha ricevuto dai giocatori per restituirla al bosniaco. «Non voglio parlare più di questo argomento. Provate pure, ma le mie parole saranno sempre le stesse». Non accetta alcuna critica nemmeno per la difesa, anche se indirettamente va a mettere in discussione l’equilibrio del suo sistema di gioco. Dietro, intanto, continua a prendere raffiche di gol: 35 reti (con le 3 della sconfitta a tavolino contro il Verona), solo 8 formazioni hanno fatto peggio. Senza Smalling e Kumbulla, arretra Cristante. «I gol subiti non riguardano solo i tre difensori centrali, ma è una questione collettiva». Esalta il carattere dei suoi giocatori. «L’aggressività della squadra non si vede con le proteste agli arbitri. Che non dovrebbero essere influenzati dalle proteste dei giocatori. La squadra ha dimostrato grande cattiveria».

PIÙ SCELTA IN ATTACCO 
Con capitan Pellegrini, tornano anche Fazio e Pedro. Ma la novità è El Shaarawy, inserito nella lista dei 22 convocati (mai successo dal suo ritorno a Trigoria: non gioca da metà novembre, 2’ minuti in Italia-Polonia). «Penso all’Udinese e non ancora al Braga» chiarisce Fonseca che però punta a rifarsi in Europa League dopo il ko estivo con il Siviglia. «Pedro è a disposizione. El Shaarawy, invece, ancora non è pronto fisicamente per giocare. È un esterno. Sta capendo cosa vogliamo in quella posizione e si adatterà facilmente». Anche Gotti, nessun gol preso nelle ultime 3 gare, ha le sue assenze, l’ultimo a fermarsi Pereyra. «Ma sarà una partita difficile: loro giocano molto bene, sono organizzati e sanno difendersi. L’allenatore è bravissimo. Sono forti in contropiede e profondi. Ma noi vogliamo vincere. L’ambizione c’è». 

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