Roma, talento e fragilità alle porte del derby: formazione in alto mare tra infortuni e psicosi

Roma, talento e fragilità alle porte del derby: formazione in alto mare tra infortuni e psicosi
di Alessandro Angeloni
3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 10:55
Walter Sabatini ha parlato di psicosi. È come dire “colpa dell'ambiente”. Generico, qualunquistico. Vero a metà, insomma. La Roma ha talento, anche questo sostiene Sabatini, e qui è difficile dargli torto. Dzeko, Salah, Nainggolan, De Rossi, parliamo di calciatori forti. Il talento, forse, va rivisto nel quartetto difensivo, ancora alla ricerca della propria identità e completezza. Manolas è il colosso del momento, Ruediger è in crescita, Florenzi ogni tanto sbanda da terzino e dietro non ha granché, Digne gioca sempre ed è un po' provato. Diciamo che là dietro, in termini di scelte dei calciatori (anche in relazione ai ritardi di Castan, a proposito ieri ha festeggiato i suoi 29 anni, mille auguri), si poteva fare meglio.
PSICOSI E ORGANIZZAZIONE
Arriva il derby e arriva (forse) anche Pallotta. Che Roma vedremo? Intanto Garcia deve far fronte a una serie di infortuni: De Rossi (adduttore), Florenzi (polpaccio), Totti, Maicon (flessore), più Pjanic squalificato sono out (legati a miracoli Alessandro e Daniele). E questo danneggia ancora di più la squadra, sia sotto l'aspetto mentale sia sotto quello tecnico tattico. La squadra, al di là degli aspetti psicologici e certe fragilità palesate fin qui (in ultimo col Bayer), dà l'impressione di essere poco addestrata tatticamente. Se difende in undici, rischia poco, come si apre e si deconcentra, prende gol facilmente. Sarri a Napoli ha chiuso la saracinesca con uomini sulla carta inferiori alla Roma. Quindi, il problema di giocatori esiste (e a gennaio andrà migliorato) ma alla base c'è un problema tattico che va individuato e superato. L'aspetto psicologico incide, senza dubbio, ma resta difficile pensare che gente d'esperienza come Manolas, De Rossi, Nainggolan cada davanti al primo vento contrario. I gol presi sono un problema serio. L'unico 0 dalla casella reti subìte è del 12 settembre scorso, a Frosinone, poi dodici gare consecutive con almeno un gol al passivo: uno col Barcellona, due col Sassuolo, due con la Samp, uno con il Carpi, tre con il Bate Borisov, due con il Palermo, uno con l'Empoli, quattro con il Bayer all'andata e due nel ritorno, uno con la Fiorentina, uno con l'Udinese e uno con l'Inter. Superata la striscia di undici partite firmate Ranieri, stagione 2009-10. Può essere solo psicosi? Difficile. I cali di concentrazione ci sono e vanno analizzati: spesso la squadra si abbassa o per la paura (al di là delle disposizioni tattiche) o, come ha detto Nainggolan, perché pensa di aver già vinto. Il problema ha varie facce. Basta guardale negli occhi.

ASSENZE ROMANE
Il derby di domenica, come detto a meno di miracoli, sarà privo di romani giallorossi. Pjanic non c'è per il doppio giallo di San Siro e Maicon chissà quando lo rivedremo (tra poco vedremo Gerson, ma con la maglia del Frosinone), out sicuro Totti, quasi Florenzi e De Rossi. La squadra sarà rimaneggiata e i giorni per preparare un undici che abbia una logica sono pochi. La buona notizia è che Rudi ritroverà almeno Keita (sarà lui a portare la fascia di capitano), assente da una quarantina di giorni. Proviamo a ipotizzare: Szczesny, Torosidis, Manolas, Ruediger e Digne; Vainqueur, Nainggolan e Keita, Salah, Gervinho e Dzeko, una Roma completamente straniera. Oppure, fuori Gervinho (o Vainqueur) e dentro Iago Falque. Scenari pronti a cambiare con De Rossi e/o Florenzi: a Trigoria sono fiduciosi almeno per il terzino/centrocampista/attaccante. L'atteggiamento sarà più o meno lo stesso visto contro il Bayer: squadra accorta e pronta a ripartire, sperando che la Lazio faccia gioco. E sperando di non ripetere il folle secondo tempo con il Bayer.