Il solito José Mourinho. Dopo la partita della sua Roma contro l'Inter non perde tempo per tornare sulla polemica della settimana: nei giorni scorsi dopo le sue parole contro l'arbitro Chiffi, era stato criticato da Renzo Ulivieri. E lui ai microfoni di Dazn ha preso da solo l'argomento: «Sono stato toccato sulla mia etica in settimana. E mi ha attaccato una persona condannata per tre anni nel calcio scommesse. Sono felice di questo». Poi si allontana dalle telecamere e interrompe bruscamente l'intervista senza ascoltare le domande da studio. Non lo ha nominato, ma ce l'aveva proprio con Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori che dopo le critiche dello Special One a Chiffi (con tanto di microfono per 90' in panchina «per tutelarmi»). E in conferenza stampa è tornato sull'argomento: «La critica più importante che ho ricevuto mi dà gioia, perché arrivata da una persona che è stata squalificata per tre anni per scommesse. L'Italia è l'unico Paese in cui una persona così ha un ruolo istituzionale e può criticare in questo modo. A me dà gioia, perché significa che io sono di un pianeta diverso».
Mourinho-Ulivieri, cosa è successo
«Le dichiarazioni di José Mourinho sono gravi e inaccettabili.
Le parole alla squadra dopo la partita con l'Inter
Mourinho poi ha raccontato cosa ha detto alla squadra riunita a metà campo dopo il fischio finale: «Che sono orgoglioso di loro. Che li ringraziavo per lo sforzo fatto. Lo sforzo degli stanchi, di chi giocava solo con una gamba o di chi ha giocato con una frattura alla costola. Ho ringraziato i bambini (i giovani della Primavera, ndr) che lavorano sempre con noi e ringraziare uno stadio che è incredibile. Per me comunque una sconfitta è sempre dura ma sono orgoglioso di loro». Poi sul possibile recupero degli infortunati per l'andata della semifinale contro il Leverkusen di giovedì: «Non sono ottimista per il recupero, lo sono per merito dei miei ragazzi. Oggi contro i più forti d'Italia, c’erano giocatori stanchissimi come Cristante, Mancini e Pellegrini. Poi c’era gente infortunata e i bambini. Guardare Bove e pensare che quando sono arrivato sarebbe andato in prestito alla Triestina e ora gioca così contro l'Inter, è un motivo per essere felice. Poi ci sono episodi durante la partita e se la società vuole parlare bene, sennò non fa niente io non lo faccio anche perché sono stato attaccato e distrutto nella mia etica e nella mia educazione». Una frecciatina, ancora una volta, a un silenzio della società a livello "politico" che evidentemente non va giù allo Special One. Il futuro di Mourinho sulla panchina della Roma è ancora un rebus, ma c'è tempo. La certezza è che giovedì sarà ancora seduto lì, per provare l'ennesima impresa della sua carriera.
«Stanco di essere più di un allenatore»
«La società è sovrana, lavoro per loro e faccio il meglio che posso fare. Qualche volta, però, posso essere stanco di fare tanto, perché faccio tanto. Sono più di un allenatore e qualche volta mi stanco. Ma poi ho questa capacità di ritrovarmi di nuovo». Così risponde Josè Mourinho dopo la partita con l'Inter a chi gli chiede se è deluso dal comportamento della società nei suoi confronti. Poi commenta l'abbraccio e le parole alla squadra a fine partita: «Li ho ringraziati per lo sforzo di chi ha giocato con una frattura alle costole e chi con un'infiltrazione, Belotti per me è stato un eroe. Dybala ha giocato con una gamba, poi ho ringraziato i bambini e dopo abbiamo ringraziato lo stadio che è assolutamente incredibile. Quanto creato con i tifosi è fantastico. Per me una sconfitta è sempre dura, ma vado a casa con orgoglio. Domani giorno libero per loro, io se mi danno un biglietto vado a vedere il tennis, poi sarò al Tre Fontane per la Primavera e da lunedì si prepara di nuovo l'Europa».