Sarri, la Juve punta sulla tuta e la Borsa no: -8 %

Sarri
di Alberto Mauro
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Martedì 18 Giugno 2019, 09:30
Sempre avanti, dritto per la sua strada. Tra Acquaviva Picena e Torino ballano 629 chilometri da percorrere tutti d’un fiato, tra una sigaretta e l’altra, poi la rivoluzione annunciata prenderà forma. Sei ore abbondanti d’auto per viaggiare anche con la mente tracciando un bilancio dell’esperienza a Londra, riflettendo sulla nuova avventura, immaginando la sua Juventus; una Vecchia Signora ancora tutta da conquistare. Se la dirigenza non ha mai avuto dubbi, la piazza è più divisa che mai. Nemmeno la Borsa si è mostrata così convinta vista che in due sedute le azioni hanno perso complessivamente quasi l’8%, anche se bisogna precisare che, solo qualche giorno, fa si era nuovamente avvicinata ai massimi storici. Sarri non è uno che lascia indifferenti e in un colpo solo - in una calda domenica di giugno -, ha messo in subbuglio due città ai lati opposti d’Italia: Napoli e Torino. Dal buen retiro di San Benedetto del Tronto aspettava solo l’ufficialità per andarsi a prendere la Juve: la presentazione ufficiale è fissata per giovedì 20 giugno alle 11, ma c’è già parecchio da fare.

PERFEZIONISTA
a buon perfezionista tra oggi e domani ispezionerà nei minimi dettagli il centro sportivo della Continassa che per 5 anni è stata la casa di Max Allegri, poi visite d’obbligo allo Stadium – per la prima volta da alleato – e nella sede adiacente ai campi d’allenamento per le foto e il rito della firma. Agnelli, Paratici e Nedved l’hanno scelto e fortemente voluto, per nulla scoraggiati da un’immagine poco in sintonia con lo stile Juventus, modi burberi e trascorsi burrascosi che al momento pesano non poco sul giudizio dei tifosi juventini.
Il campionario ai tempi del Napoli è variegato. In ordine sparso: «Bisogna avere la maglia a strisce» in risposta a domanda su come fare a farsi fischiare i rigori, paragoni sul fatturato, orari delle partite favorevoli alla Juventus e quel dito medio alzato in faccia ai tifosi bianconeri sul pullman, all’arrivo allo Stadium, in risposta agli insulti. Sarri è così, prendere o lasciare. E la Juve ha preso - abbandonando Allegri - e lasciando un indennizzo al Chelsea per liberarlo. Solo il campo dirà se è l’uomo giusto per il dopo Allegri, intanto la maggioranza dei tifosi è contro il Comandante. Tra i nostalgici (Conte) e i sognatori (Guardiola e Klopp) in pochi hanno preso in considerazione l’ipotesi Sarri fino all’ufficialità, proprio come a Napoli, a giudicare dalle reazioni. Dalla targa rimossa a Bagnoli allo scioglimento del gruppo Facebook «Sarrismo, gioia e rivoluzione», fino a un Sarri raffigurato nel presepe degli artigiani di San Gregorio Armeno con le sembianze di Giuda. Rimane da capire se sarà lui ad adattarsi alla Juve o viceversa. Nella sua lunga carriera ha dimostrato di non essere un integralista, un esempio recente: Chelsea e Napoli giocavano in modo ben diverso. Ripartirà probabilmente dal 4-3-3 (o 4-3-1-2) con Pjanic regista alla Jorginho, in attacco rimangono i nodi Higuain (al rientro dal prestito), e Dybala, di difficile collocazione tattica. In uscita Cancelo vicino al City, il sogno a centrocampo rimane Pogba.
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