Lazio, Immobile: una corona per il Re

Lazio, Immobile: una corona per il Re
di Emiliano Bernardini
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Giovedì 11 Marzo 2021, 07:30

Ave Ciro, Re d’Europa del gol, novello imperatore di Roma. Incoronato ieri dalla sindaca Virginia Raggi sotto la statua di Giulio Cesare con la Scarpa d’Oro. La Capitale applaude un suo simbolo. Sotto l’effigie dell’aquila ha guidato le truppe biancocelesti. Trentasei gol. Nessuno come lui. La città Eterna ha voluto rendergli omaggio e lo ha fatto regalandogli una delle più belle cartoline che solo lei possiede: il Campidoglio. Il cielo bianco e celeste e lo sfondo dei fori imperiali. Una giornata speciale vissuta tutta d’un fiato. L’aspettava da tanto tempo. Da quando con il gol segnato all’Olimpico contro il Brescia aveva superato un certo Robert Lewandowski nella speciale classifica dei cannonieri d’Europa. Bottino diventato anche più ricco con la rete al Napoli, nella sua Napoli che gli ha fatto eguagliare il record di centri in una stagione di Higuain. 
«RE DEL POPOLO»
Immobile in vetta al mondo. «Credo sia il punto più alto della mia carriera. Quando vedo questo premio mi viene ancor più voglia di raggiungerne altri» ha raccontato Ciro che proprio nell’Aula Giulio Cesare all’improvviso è tornato bambino quando nel borsone da calcio oltre agli scarpini, aveva messo un sogno: diventare un calciatore e segnare tanti gol. Quel sogno è diventato realtà. Ieri “guagliunciello” vivace dai capelli biondi, che giocava all’oratorio della Basilica Madonna della Neve. Oggi uno degli attaccanti più forti della serie A. Nella Lazio è il secondo più forte di sempre. Davanti a lui solo Silvio Piola che coincidenza è anche quello che ha fatto più gol in assoluto nel nostro campionato. Siena, Grosseto, Pescara, Genoa, Torino, Borussia Dortmund, Siviglia e Lazio. Ha fatto il giro d’Italia e d’Europa. Si è fatto uomo e poi è diventato Re. «Ciro riesce ad emozionare, con il suo fare molto umile, riesce ad entrare nel cuore delle persone che lo vedono come un riferimento. Lui è rimasto uno di noi, uno del popolo e questo colpisce le persone perché ha una famiglia che gli ha trasmesso questi valori e lui li trasmette alla sua. È riuscito a commuovere anche il Santo Padre quando siamo andati in visita da lui» ha sottolineato il presidente Claudio Lotito. «Oggi nelle periferie ci sono tanti bambini che sognano di diventare Immobile. Questo premio è dedicato anche a loro e a tutti i tifosi che non vedono l’ora di tornare allo stadio» gli ha fatto eco la sindaca Virginia Raggi.
LA STORIA 
Ciro è stato capocannoniere del Torneo di Viareggio, in Serie B, in Europa League e in Serie A (per tre volte e con due maglie diverse, granata e biancoceleste: come lui solo Toni e Ibrahimovic).

Ha riportato la Scarpa d’Oro in Italia dopo 13 anni. Ironia della sorte l’ultimo a farlo nel 2007 fu Francesco Totti, comandante delle legioni nemiche. «Tutto ciò va condiviso con i miei compagni, che mi hanno messo nelle migliori condizioni per vincerlo. Un uomo si sente soddisfatto quando ha delle persone che ti amano accanto, questo io ce l’ho sempre avuto e mi ha indubbiamente avvantaggiato» campione anche di generosità. «Dal primo giorno che sono arrivato, quando indosso la maglia della mia squadra la sento come una seconda pelle» ha rimarcato con orgoglio Immobile che dei biancocelesti sta scrivendo pagine di storia (ieri pranzo solo per la famiglia al St. Regis poi un brindisi con i compagni a Formello). «A quali centravanti laziali ti ispiri?» gli chiede Guido De Angelis, lui non ha dubbi: «La storia dentro e fuori di Giorgio Chinaglia, la passione di Beppe Signori e il modo di giocare di Bruno Giordano». E un altro campione amatissimo dai laziali, Paul Gascoigne prossimo concorrente dell’Isola dei Famosi, in un videomessaggio si è voluto complimentare con lui: «Mando un saluto a tutti e anche al bomber Ciro Immobile che ha riportato la Lazio al top in Europa, il posto che le compete». Ave, Ciro i laziali ti amano ma tutta Italia si affida a te: c’è un Europeo da vincere.

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