Lazio-Atalanta, Inzaghi sotto pressione: «Ma il mio lavoro è sotto gli occhi di tutti»

Lazio-Atalanta, Inzaghi sotto pressione: «Ma il mio lavoro è sotto gli occhi di tutti»
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Sabato 19 Ottobre 2019, 07:35
Scontro diretto e interno. Inzaghi è già con le spalle al muro, ce l’ha messo Lotito: «Un grandissimo motivatore», lo definisce il mister in pubblico. Ma giovedì in privato lo ha chiamato ed era furioso. Perché sapeva che ieri le sue parole al vetriolo in conferenza lo avrebbero messo in imbarazzo. Fra le righe però il tecnico ha risposto e si è difeso: «Il mio lavoro in questi 4 anni è sotto gli occhi di tutti e nessuno può togliermelo. Un allenatore prende 10-20 decisioni in un giorno, deve sbagliare il meno possibile. Lotito ha solo provato a spronare tutto l’ambiente Lazio». Perché serve il veleno per battere l’Atalanta oggi pomeriggio: «Noi non abbiamo nulla da invidiare dal punto di vista tecnico, ci manca la loro continuità e dobbiamo alzare l’asticella in classifica. La squadra nerazzurra però si è rinforzata con Muriel, Malinovskyi e Kjaer, che prima non aveva». Nomi che mancano a Inzaghi in rosa. Eppure è stato lui ad avallare il mercato di Tare, anche su questo Lotito lo accusa. E’ sotto esame e in difficoltà, Simone non riesce più a ritirare la mano dopo aver lanciato la pietra. Prima esalta per l’ennesima volta la sua Coppa Italia, poi però confessa: «Con il quinto-sesto posto prima dello scontro diretto in campionato con l’Atalanta, avrei barattato la Champions con la vittoria». In fondo era quello che aveva detto Gasperini prima della finale persa, ma Inzaghi scaglia un’altra frecciata: «Il loro tecnico è in valore aggiunto, ma ha dietro una grande società e un ambiente sereno, che hanno permesso la grande cavalcata». 
RINFORZI 
Nelle ultime due stagioni per la Lazio nessuna vittoria e ben due ko in quattro gare di campionato. L’ultima, prima della Coppa Italia, lo scorso anno (1-3 reti di Zapata, Castagne e autorete di Wallace) cancellò appunto le già residue speranze Champions della Lazio. Adesso siamo solo all’inizio, ma il rischio è quello di ritrovarsi con un altro ko a 8 punti di distacco proprio dall’Atalanta al quarto posto. Dopo gli attacchi di Lotito, la pressione è alle stelle a Formello. Inzaghi esorta la squadra a evitare il “macello”, ma poi è in preda ad amnesie persino sul suo discorso. Da quest’estate giura di avere un gruppo attrezzato per l’obiettivo, poi però ritira fuori un vecchio motivetto: «Noi vogliamo arrivare quarti, ma ci sono 5-6 squadre sulla carta più forti noi». 
RIGORE 
E pensare che Simone aveva firmato il rinnovo e aveva cominciato subito a parlare di anno zero. Purtroppo invece questo sembra un film visto e rivisto. Lotito stavolta lo ha messo all’angolo insieme a ogni suo giocatore in campo. L’ultimo pareggio a Bologna (confermata la stessa formazione con Parolo al posto dello squalificato Leiva e Lazzari sulla fascia) è arrivato per un errore di Correa dal dischetto, il presidente non ha gradito che il rigore lo abbia battuto l’argentino: «Joaquin non è un improvvisato, prova sempre a fine allenamento. Stava vivendo un momento complicato (la scomparsa dell’amata nonna, ndr) e io e i suoi compagni abbiamo scelto di fargli calciare il penalty. E’ facile parlare a posteriori, bisogna però prenderle sul momento le decisioni». Ecco l’ultimo sassolino. Ora però, Inzaghi, vinci o Lotito fa un altro casino. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA