Spogliatoio. «Anche lo scorso anno il gruppo era armonioso. Quest’anno ancora di più. Abbiamo fatto ottime partite, tranne il secondo tempo con la Spal e il primo tempo contro l’Atalanta. Gli episodi non sono andati bene, ma è stata colpa nostra. Non abbiamo mai abbassato la testa, e abbiamo fatto tre risultai importanti, l’ultimo è stato la vittoria di San Siro che mancava da 30 anni. Deve essere solo il punto di partenza, ma serve utilità e dobbiamo continuare a lavorare. Ci vuole equilibrio, altrimenti si passa da fenomeni a scarsi in breve tempo».
Cattiveria. «Avevo detto che mancava qualcosa in generale. Per il salto di qualità bisogna sempre avere una costante in tutto il campionato, senza avere alti e bassi. Gli attaccanti sbagliano come noi difensori. Cerchiamo sempre di limitare gli errori. Gli attaccanti vivono di gol e grandi serate. Ci mettiamo sempre il massimo impegno e la cattiveria agonistica sia in allenamento che in partita».
Ruolo. «Spesso ho giocato nella difesa a tre, sia in Serie B che in Serie A. Bisogna avere una certa impostazione e portare palla da centrale. Mi diverto e ci metto il massimo impegno. Tutti insieme cerchiamo di lavorare in fase offensiva e difensiva per migliorarci. Ogni partita entriamo in campo per cercare di non prendere gol. Conta l’approccio».
Strategia. «Se non stai attento agli episodi, con queste squadre fai fatica. Il Celtic è una squadra fisica e cattiva. Dovremmo mettere in campo qualcosa in più. Speriamo di fare una grande gara, con un grande approccio. Cercheremo di portare a casa la vittoria, ma conta l’approccio: la cattiveria, l’agonismo e la voglia di lottare, sapendo che è l’ultima spiaggia. Questo però vale per tutte le gare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA