Lazio, Acerbi parla da leader: «Andiamo in Champions»

Acerbi, foto Rosi
di Valerio Cassetta
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Giovedì 18 Luglio 2019, 07:30
La voglia di migliorarsi. La capacità di soffrire insieme. La forza interiore. Francesco Acerbi indica la strada verso la Champions dal ritiro di Auronzo di Cadore. «L’anno scorso siamo arrivati ottavi, ma abbiamo vinto la coppa Italia. Dipende da ciascuno di noi, dalla voglia messa in campo. Le qualità ci sono». Le parole dell’ex Sassuolo caricano di responsabilità la squadra. «L’ambiente è positivo come lo scorso anno», confida “Ace” che vede «complicità, serenità ed entusiasmo» e che vuole «dare l’esempio ai giovani attraverso il lavoro quotidiano». Lo testimonia il siparietto con Immobile, autore di una doppietta nella vittoria per 12-0 contro i dilettati della Top 11 Radio Club 103. Ciro assiste in piedi alla conferenza del difensore e alla fine esclama: «Leone, ma tu mi vedi giovane o vecchio?». Acerbi, divertito e sorpreso, risponde: «Giovanissimo». 
FORZA INTERIORE 
Insomma, c’è euforia. L’augurio è che sia «un’annata piena di soddisfazioni» e che ognuno faccia la sua parte. «Dipende dal percorso che si vuol fare. Io vado dallo psicanalista per diventare migliore come uomo e come giocatore - rivela Acerbi -. Non mi vergogno a dirlo. Uno deve sapere cosa vuole fare nella vita». L’ex Sassuolo non dimentica le occasioni perse: «Dopo la vittoria contro l’Inter ci siamo inceppati. Bisogna capire cosa non è andato e trovare il motivo dentro di noi». La Champions League è l’obiettivo, ma «deve essere anche uno stimolo». Nell’amichevole Simone Inzaghi lo schiera prima al centro con Wallace e Radu, e poi a sinistra con Silva centrale e Vavro. Cambiandogli ruolo, il risultato non cambia. È sempre lui il primo tassello della spina dorsale, completata da Leiva, subentrato per Badelj, e Immobile. Nello spogliatoio lo chiamano tutti “Leone”. Un soprannome che Acerbi accetta volentieri: «Me lo dicono da una vita e fa piacere essere considerato un leader. Io cerco sempre di dare il massimo».
DANILO E L’AZZURRO 
Un concetto chiaro anche a Danilo Cataldi, impiegato come mezzala insieme a Milinkovic e autore del primo gol nel test di ieri. Una rete simile a quella nel derby contro la Roma: sinistro di prima intenzione su sponda dal limite dell’area. Un momento rimasto indelebile nella mente del classe ‘94, ciliegina sulla torta di una stagione arricchita dalle 100 presenze in A e dalla convocazione del ct Roberto Mancini per lo stage a Coverciano: «La Nazionale? Quello che verrà sarà in più, ma passerà dalla Lazio». Il suo rinnovo sarà una formalità. Intanto, Inzaghi può essere soddisfatto. Con la nuova divisa celeste, decorata con la coccarda, la Lazio ripete in partita i movimenti provati in allenamento. Sulle tribune dello Zandegiacomo c’è il papà Giancarlo e l’amico Tommaso Rocchi, promosso da Lotito e Bianchessi alla guida dall’Under 15. Lazzari e Lulic sotto una pioggia battente si alternano con Andrè Anderson (doppietta) e Jony (in rete su rigore) sulle corsie esterne. In attacco la staffetta è tra le coppie Immobile-Caicedo e Correa-Adekanye. Poker per il “Tucu”, un gol a testa per il “Panterone” e Bobby. Nella ripresa entrano Andrè Anderson, autore di una doppietta, Parolo e Luis Alberto. Ancora ko Marusic, fermato da una distorsione al ginocchio, e Durmisi, che ha rimediato uno stiramento al flessore dopo neanche 24 ore dall’arrivo in ritiro.
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