Italia, la grande fuga degli azzurri mortifica la Nazionale: 12 indisponibili su 35 convocati di Mancini

Sensi
di Ugo Trani
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Venerdì 10 Settembre 2021, 07:30

«Io non ho ricevuto telefonate. Io». Roberto Mancini risponde sintetico, dopo la vittoria contro la Lituania, alla domanda, più che legittima, su eventuali pressioni delle società di Serie A per liberare in anticipo un giocatore o semplicemente per non utilizzarlo. Resta appeso all’«Io», però, l’interrogativo sulla grande fuga. Il ct, parlando al singolare, fa capire di non escludere a priori che qualche chiamata sia arrivata (da ex azzurro sa che in passato è successo). Indirettamente, dunque. A chi, se ci fosse stata, è però quasi impossibile accertarlo. Ma resta, purtroppo, il tristissimo epilogo: di 34 convocati, 35 con Calabria arrivato in corsa a Coverciano, ne sono rimasti a disposizione solo 23 per l’ultimo match, quello di mercoledì sera a Reggio Emilia. Giusto quelli utili per compilare/completare la lista di gara.

SGARBO PLATEALE
Numericamente, quanto è accaduto nel ritiro dell’Italia per il trittico delle qualificazioni mondiali, non ha precedenti nella storia della Nazionale che spesso è stata snobbata. Nessun rispetto, nemmeno da campione d’Europa. Abbandonata proprio nella notte della vittoria obbligatoria. Priorità ai club, oggi come ieri. Senza il minimo pudore: 12 azzurri indisponibili, veloci nella ritirata dopo le prime due partite. Non fa niente che con i pareggi contro la Bulgaria e la Svizzera la situazione nel gruppo C si fosse complicata. Via e ... di corsa, nonostante qualche fastidio muscolare che va sempre bene quando c’è da preparare la ritirata. Nessuno mette in dubbio la buonafede dei singoli, ma l’assenza di un comunicato ufficiale del medico della Nazionale (che non ci mette la firma: nessuna diagnosi per iscritto) rende la posizione di diversi giocatori quantomeno imbarazzante.

Ma la questione, anche se la Federcalcio e il ct si sono guardati bene dal prenderla di petto, non è ancora chiusa. Le somme saranno tirate dopo i match delle big, in campo tra domani e domenica: sapremo quanti dei 12 infortunati andranno in campo. Fuori di sicuro Meret (tre vertebre fratturate) e Chiesa (nessuna lesione muscolare, però). In bilico anche Belotti (trauma contusivo al perone).

CATTIVO ESEMPIO
Potrebbero giocare gli altri. Chi è stato frenato da guai muscolari - sono 8, esclusi Mancini (infiammazione alla pianta del piede) e Insigne (problemi famigliari) - ha già fatto sapere di non avere lesioni. È il primo step verso il ritorno (immediato) in campo. Si allenano, chi più e chi meno. L’esodo di massa rimane e incide sull’immagine dell’Italia. Lazzari ci prova, come Pellegrini e Immobile. Anche Verratti ed Emerson in Premier. Sensi è guarito d’incanto. Si è liberato dell’azzurro (risentimento al polpaccio), ma via social ha tranquillizzato i tifosi dell’Inter: appuntamento a domenica. Il ct non ha gradito. Ha, invece, apprezzato Zaniolo, rimasto in ritiro da indisponibile. «Se a volte è possibile salvaguardare qualcuno, non vedo il problema: lo abbiamo sempre fatto e lo faremo ancora» chiarisce Mancini. Domani c’è Napoli-Juve. Appena è partito Insigne, sono finiti in panchina i senatori Bonucci e Chiellini, addirittura Locatelli.

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