Roma, c'è anche l'Europa League: Friedkin cerca visibilità all'estero per il rilancio del club

Mayoral
di Ugo Trani
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Giovedì 5 Novembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 17:03

 Fonseca non snobba il Cluj, da affrontare nel tardo pomeriggio all’Olimpico (ore 18,55) con in palio il primato nel gruppo A. Ma il portoghese insiste e dà la priorità al campionato. Il suo messaggio, lineare e quindi inequivocabile, già nelle prime 2 gare di coppa: 9 titolari fuori contro lo Young Boys, chiamati in causa poi in 5 per ribaltare in corsa il risultato, e 8 contro il Cska Sofia, quando non è bastato per vincere lo stesso copione con l’inserimento dei big nella ripresa. Concetto ribadito anche domenica, dopo il successo contro la Fiorentina: gli over 30 della Roma non possono giocare 3 partite in una settimana. A loro la serie A, a parte qualche eccezione a seconda del match, agli altri l’Europa League. Che, comunque, interessa alla nuova proprietà Usa. Questione di visibilità, ultimamente minima, all’estero, dove pesa la mancata qualificazione per 2 stagioni di fila alla fase a gironi della Champions. Doppio flop per il bilancio in forma diretta (partecipazione) e indiretta (sponsor).


TURNOVER ANNUNCIATO
«Non c’è una squadra di campionato e una d’Europa, è una scelta mia di volta in volta». Fonseca evita, comunque, di ufficializzare la sua strategia che, però, è mirata a riportare la Roma in Champions. «Per me conta scegliere i migliori giocatori per ogni partita. Ovviamente sto attento alla loro condizione fisica dei giocatori e alla vicinanza del prossimo impegno, ma la cosa più importante è scegliere i migliori per questa gara». È lo scontro diretto con il Cluj che, con l’identico raccolto dei giallorossi (4 punti), sta davanti per la differenza reti (+1). Il successo avvicinerebbe, già a a metà percorso, alla qualificazione. Ma l’allenatore, guardando alla sfida di domenica contro il Genoa a Marassi, si prepara a risparmiare qualche titolare. A cominciare da Smalling, in panchina dopo essere stato presente contro il Cska e la Fiorentina.

E, oltre allo squalificato Mancini, restano fuori pure Mirante e due-terzi del tridente. Di solito il portoghese si limita a mettere uno tra Mkhitaryan e Pedro. 


AD ALTO RISCHIO
«Quello che mi interessa è far giocare Mayoral». Il tecnico, dunque, sistema la questione a modo suo. Offrendo la terza chance all’attaccante arrivato dal Real e augurandosi di assistere alla sua riabilitazione. Diawara e Calafiori, invece, sono ancora out per il Covid-19. Fonseca, ricordandosi che entrambi sono tornati positivi a Trigoria dalle rispettive nazionali, ammette che la prossima pausa per gli impegni internazionali (dopo il weekend) non lo fa stare tranquillo: «È una situazione che mi preoccupa. Qui alla Roma siamo molto rigorosi, facciamo test quasi tutti i giorni. So che in Nazionale si fa lo stesso, ma vengono giocatori di diversi paesi e continenti. Speriamo non succeda nulla». Il Cluj, intanto, è rivale conosciuto. La Roma lo ha affrontato nella fase a gironi della Champions sia con Spalletti (ko all’Olimpico il 16 settembre 2008, successo al ritorno) che con Ranieri (vittoria casalinga il 28 settembre 2010 e pari in Romania). Qui ha perso con la Lazio l’anno scorso, ma ha vinto nel suo stadio prendendosi la soddisfazione di passare il turno. «E’ una squadra molto forte, con un modo di giocare specifico. E’ aggressiva. La scorsa stagione si è qualificata e ha giocato col Siviglia senza perdere». Doppio pareggio nei sedicesimi, ma avanti gli spagnoli, poi spietati e superiori nell’ottavo contro i giallorossi, per il gol segnato in trasferta. L’allenatore è Petrescu che, centrocampista del Foggia e del Genoa all’inizio degli anni Novanta, vorrebbe dare le dimissioni dopo la gara contro la Roma. Non vuole restare più in Romania (è 3° in campionato a 6 punti dalla capolista Universitatea Craiova). Lo tenta un club arabo.

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