Roma, Fonseca inquadra il Siviglia

Fonseca (foto Mancini)
di Ugo Trani
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Lunedì 3 Agosto 2020, 07:30
La restaurazione in corsa della Roma è da considerare conclusa. Adesso Fonseca, soddisfatto solo parzialmente del piazzamento in campionato (cancellati, con il 5° posto, i preliminari dal calendario della nuova stagione), ha la chance di dare un senso al lavoro del suo 1° anno in giallorosso. E può riscattare l’andamento altalenante in Italia, che gli è costato la mancata partecipazione alla prossima Champions, con la fase finale di questa edizione dell’Europa League. Da 8 partite, il suo raccolto è da vertice: 22 punti su 24 disponibili (7 successi, gli ultimi 4 di fila, più il pari con l’Inter), 23 gol realizzati e 9 subiti. Il portoghese è l’artefice principale della virata compiuta meno di un mese fa. Ha violentato se stesso, cioè la sua idea di calcio. Proprio prima della partita con la Juve ha candidamente ammesso che gli piace un altro sistema di gioco, quel 4-2-3-1 che è risultato indigesto al gruppo. La modifica tattica, con il passaggio al 3-4-2-1, è diventata la rampa di lancio per presentarsi senza paura in Europa. Le certezze improvvisamente coprono i difetti.

STRUTTURA PORTANTE
Giovedì sera, a Duisburg, l’ottavo in gara unica contro il Siviglia. Fonseca, e lo ha in pratica annunciato prima di partire per Torino, sa già come sfiderà il collega Lopetegui. «La squadra è pronta». Quindi: Pau Lopez; Mancini, Ibanez, Kolarov; Peres, Diawara, Cristante, Spinazzola; Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko. Dentro i migliori o quantomeno i più affidabili dopo la lunga pausa del campionato. Manca solo lo squalificato Veretout, riferimento dell’allenatore a centrocampo. Pellegrini, operato la settimana scorsa al setto nasale, è già tornato ad allenarsi. Scenderà in campo con la mascherina. Se non ce la dovesse fare, Perez è davanti a Zaniolo. Lo ha chiarito il tecnico allo Stadium: «Non ha ancora i 90 minuti nella gambe». Nessun dubbio, insomma. Il telaio è collaudato. I 3 centrali in difesa sanno impostare, con Kolarov regista aggiunto; i 2 laterali Peres e Spinazzola che fanno le ali e, al momento di rientrare, blindano le corsie; i 2 mediani, nella fase di possesso, si allineano in verticale, con Diawara play e Cristante (o Veretout) trequartista d’assalto tra Pellegrini e Mkhitaryan che comunque giocano accanto a Dzeko ed evitano di allargarsi proprio per dialogare con il centravanti e stare vicino alla porta. La Roma «è pronta» e non solo negli interpreti.

FORMA E SOSTANZA
Sta bene fisicamente. Titolari e ricambi sono arrivati alla fase cruciale della stagione quasi al top della condizione atletica. Qualche imprevisto c’è stato, ma va messo in preventivo con gli impegni ravvicinati. Ma se la squadra non fatica a correre, riesce a essere più lucida quando deve rispondere a ogni richiesta di Fonseca. Soprattutto nel pressing, nel palleggio e nella finalizzazione. In questa striscia positiva di 8 partite, la media gol dei giallorossi è stata di quasi 3 reti a partita (e record assoluto di gol in trasferta: 41). Ma addirittura 51 quelle incassate: peggio, ultimamente, solo nella stagione 2012-2013 con 56. Ritrovata l’efficacia offensiva, la fragilità difensiva non incide però sul rendimento. 

ROSA RIGENERATA 
Fonseca ha utilizzato il turnover nelle partite meno complicate (compresa quella con la Juve, insignificante per la classifca), risparmiando i senatori Kolarov, Mkhitaryan e Dzeko. E ha scoperto la qualità dei ricambi: i giovani Villar, Perez e Calafiori, i big Zappacosta, Fazio, Perotti e Kalinic.l E ovviamente Ibanez, chiamato a sostituire Smalling. Fuori dalle rotazioni solo i possibili partenti: Cetin, Jesus, Under e Kluivert. L’unica perplessità sul portiere: Mirante, pure se si è fermato per infortunio, sembra più affidabile del titolare Pau Lopez. 
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