Diritti tv, Malagò: «Mi preoccupa che non si trovi una soluzione definitiva»

Diritti tv, Malagò: «Mi preoccupa che non si trovi una soluzione definitiva»
di Redazione Sport
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Venerdì 4 Maggio 2018, 14:21 - Ultimo aggiornamento: 14:47
«L'unica cosa che veramente mi preoccupa è se non si trova una soluzione definitiva, nel giro di pochissimi giorni, alla questione dei diritti tv perché è qualcosa che non rientra nelle mie possibilità di soluzione, salvo l'opera di mediazione». Lo dice il presidente del Coni e commissario della Lega A, Giovanni Malagò, a margine della Giunta. «Oggi - prosegue il capo dello sport italiano - il tribunale sta analizzando il ricorso di Sky e già questa potrebbe essere una risposta. È chiaro che se si riconosce che quei pacchetti sono assolutamente leciti e ineccepibili giuridicamente, cadrebbe in automatico la motivazione che ha dato Mediapro per non dare la fideiussione. L'auspicio è che prima dell'assemblea di lunedì pomeriggio si abbia la sentenza».

Sulla possibilità di una proroga al suo commissariamento della Lega, Malagò precisa: «Mi auguro che il mio sia un discorso a tempo, spero che questa ipotesi non ci sia. È giusto che Micciché inizi il suo lavoro.
Lunedì c'è questa assemblea, vediamo come si evolve la questione dei diritti tv: se non ci fosse stata questa priorità all'ordine del giorno, il 7 maggio sarei andato avanti con il completamento della governance».


Per la prossima stagione sportiva «abbiamo abbassato di 59 unità il numero degli extracomunitari ammissibili per il nostro Paese, nel complesso degli sport. Diamo un altro segnale, visto che il numero corrisponde a quelli che nell'anno precedente non sono stati utilizzati». Lo ha annunciato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, riferendo su una delle due delibere della Giunta nazionale di oggi e che verranno approvate nel pomeriggio dal Consiglio nazionale. L'altra riguarda l'approvazione del bilancio del Comitato olimpico nazionale: «Sono stati rispettati in larghissima parte le previsioni di budget fatte un anno fa, a inizio esercizio», ha sottolineato Malagò.
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