Arbitri, che brutta domenica per Di Bello, Fabbri e Calvarese

Arbitri, che brutta domenica per Di Bello, Fabbri e Calvarese
di Roberto Avantaggiato
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Lunedì 31 Ottobre 2016, 10:53
ROMA A scorrere l'elenco degli errori della giornata di ieri, sorge spontanea una domanda: perché nella Can A le retrocessioni (dette anche dismissioni) sono bloccate ad appena due? Posti che, dopo quanto accaduto nel turno domenicale dell'undicesima giornata, non basterebbero per i candidati al pre-pensionamento (tra questi ci starebbe bene anche il numero uno Rizzoli). I nomi di Di Bello (che pure doveva rappresentare la nouvelle vague arbitrale) e Calvarese, da ieri entrano comunque di diritto in questa lista. Il primo perché a Empoli ha dimostrato di non saper assolutamente gestire una partita, rischiando anche di farla grossa (meno male che via auricolare gli hanno fatto cambiare idea...) quando ha mostrato il rosso a Bellusci, dopo aver tirato fuori il giallo, che in realtà era il primo e non il secondo. Errore da terza categoria, considerando il minuto in cui è accaduto (era il diciottesimo) e il fatto che sul taccuino di Di Bello c'era appena un ammonito. Proprio i cartellini sono stati la pecca principale dell'arbitro di Brindisi, che ne ha tirati fuori ben undici in una partita tutt'altro che spigolosa. Pericoloso l'errore nel finale, quando lascia correre un fuorigioco di Maccarone (l'assistente alza la bandierina) perché non tocca il pallone (pur raggiungendolo) per favore il compagno Pasqual.
Giornata no pure per il teramano Calvarese, che all'Olimpico ha sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare. I suoi collaboratori, a cominciare da Banti (un altro che fa rimpiangere gli affidabili di un tempo) e dall'assistente Schedone, che hanno clamorosamente toppato sul gol del vantaggio della Lazio, non vedendo il fuorigioco di Lulic al momento dell'assist di Keita dalla destra. Non solo, a Calvarese (e stavolta all'altro assistente Posado e all'altro giudice di porta Pezzuto) è sfuggito anche il clamoroso fallo di mano di Basta, che avrebbe dato al Sassuolo un sacrosanto calcio di rigore. Lo stesso errore lo aveva fatto anche a parti invertite, su un mani di Peluso, che scivolando ha colpito con la mano il pallone. Fallo giudicato da Calvarese involontario, ma che in campo internazionale (e in altre situazioni della nostra serie A) viene sempre punito. A parecchi chilometri di distanza, invece, Fabbri, giovane destinato a finire presto nel dimenticatoio, a Crotone è stato largo di manica con il penalty concesso ai calabresi: il fallo di Spolli su Mesbah (con Trotta che litiga con il compagno Falcinelli per calciare il rigore) è davvero generoso. Messina spieghi, una volta per tutte, ai suoi allievi quand'è che il tocco in area sull'avversario va punito. Che ci sia almeno uniformità di giudizio.