Quadarella in finale degli 800, domani la sfida con la Ledecky

Simona Quadarella
di Piero Mei
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Venerdì 26 Luglio 2019, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 18:56
Verrà domani la sfida che non ci fu sui 1500: Katie Ledecky, dopo la staffetta 4x200 che l’ha vista seconda dietro l’Australia, è tornata alle gare individuali: gli 800. Ed ha visto “dal vivo” Simona Quadarella, impegnata nella batteria precedente. Domani partiranno fianco a fianco, Katie nella 5 e Simona nella 6, alle 21.25 ora di Gwangju, le 14.25 italiane.
LA MANO AVANTI
Simona Quadarella si prende la sua batteria degli 800: non ci sta ad arrivare seconda e “sprinta” per sorpassare la cinese Wang che a sua volta voleva battere l’oro dei 1500. 8:20.86 il tempo di Simona, quarto del ranking che al momento è guidato dalle americane, Leah Smith precede Katie Ledecky, tornata in vasca dopo la malattia (un virus intestinale?) e la Titmus, il diavolo della Tasmania. 8:17.23 il tempo della Smith: nella batteria che chiudeva «hanno tirato molto di più».
“SAREMO IN QUATTRO”
Per la finale di domani Simona prevede una gara a quattro: «Katie, pure se è stata male, è sempre la favorita. Ma io mi sento bene, ho mantenuto la concentrazione; all’inizio oggi ho faticato poi mi sono sciolta; non volevo fare strappi». Quanto ai tempi delle avversarie, è più curiosa di quello della Titmus che non di Katie, pure se la Ledecky vanta tutte le 22 migliori prestazioni mondiali all time sulla distanza.
MARGHERITA “OTTO E ½”
Sono arrivati i “suoi” 200 dorso, e la Panziera si è ritrovata: i 100 l’avevano delusa e anche dopo la frazione della staffetta mista mista sembrava di umore nero perché i tempi non erano quelli che volevano. Stamattina in qualificazione per le semifinali della sera coreana ha nuotato in 2:08.51: del resto voleva “otto e mezzo”, come il film da oscar di Fellini. «Volevo entrare tra le prime cinque e l’ho fatto e con il minore sforzo possibile, anche perché mancano altri due turni e si farà sentire la fatica. Nuoterò al fianco di Regan Smith, che è andata velocissima che mi darà ritmo».
L’americana  ha spinto parecchio: 2:06.01, che per la diciassettenne  del Minnesota, chiamata Riptide Rocket, il razzo della risacca, è record mondiale juniores.
GUARDANDO IN ALTO
«Il soffitto è molto alto, lontano» dice Margherita che, come i dorsisti, si fa guidare dalle linee delle coperture. Sarà per questo che sbanda un po’ fra i galleggianti della corsia 4 e dunque il suo tempo varrebbe più che per i 200 metri per i 201. Comunque meglio delle linee concentriche che la confusero con la loro spirale nella piscina di Huanzhou, mondiali in vasca corta. «Ma sì che dovrò spingere di più: il primo 50 mi è venuto bene, il secondo meno. E’ quello che dovrò fare meglio, poi il terzo e il quarto vengono da soli. Le sensazioni di oggi mi sono piaciute». Secondo tempo di qualificazione per Katinka Hosszu.
QUEI BRAVI RAGAZZI
La staffetta maschile della 4x200 è promossa alla finale della con il miglior tempo, 7:04:97 davanti a Russia, Stati Uniti e Australia, che però hanno nuotato in formazione rimaneggiata, tenendo a in tribuna i più forti.
Gli azzurri erano Filippo Megli (1:46.79), Matteo Ciampi (1:46.42), Stefano Ballo (1:45.66) e Stefano di Cola (1:46.10). Anche l’Italia ha lasciato fuori, non in tribuna ma a Casa Arena con l’allenatore-zio Stefano Morini, Gabriele Detti. Che per la finale prenderà il posto del meno veloce dei tre “spareggianti” (direbbe Milly Carlucci a ‘Ballando con le stelle’) che, dai crono, risulta Matteo Ciampi.  «Il più lento esce, lo sapevamo, sono contentissimo così». «Nel finale mi sono un po’ tenuto per spendere un po’ più stasera» dice Megli.
FARFALLA SI’, FARFALLONI NO
Prosegue a ritmo di primati il mondiale di Elena Di Liddo: questa volta è il personale dei 50 farfalla, 26.03 che vale il sesto tempo del ranking e per il quale Elena ringrazia Christian Minotti, l’allenatore della sua compagna di stanza Quadarella, «che qui mi segue e mi ha dato buoni consigli, come quello di non strafare perché nei 50 sennò si perde la presa d’acqua».  Nel pomeriggio «punterò al muro dei 26 secondi», e magari al record italiano che, con 25.78, è di Silvia Di Pietro.
Il ranking femminile di questi 50 è guidato, 25.39. da Sarah Sjoestroem.
Quello maschile dei 100 da Caeleb Dressel, il collezionista di medaglie; l’americano è l’unico che va sotto i 51 secondi, 50.28. Ben al di sopra, e dunque eliminati, i due azzurri: il giovane Burdisso è ventunesimo con 52.65, Piero Codia, che accusava una fitta alla schiena, ventiseiesimo, 53.09.
VELOCEMENTE ELIMINATI
Escono subiti dalla gara sprint dei 50 stile libero sia Luca Dotto che Andrea Vergani. Luca Dotto è stato vittima di un incidente di percorso, anzi di non percorso giacché gli è accaduto sul blocco. C’è stata un’incomprensione fra lui e un giudice, forse un suono male interpretato, e Luca è finito “a mollo”. Tornato su, innervosito, non è andato oltre il 22.48 e ventiduesimo posto. Peggio ancora Andrea Vergani che, appena rientrato dopo una squalifica per uso di sostanze proibite (niente doping, si trattava di “una canna”, ma i Carabinieri l’hanno subito “licenziato” come fanno ad ogni malefatta o birichinata di un atleta), è stato 34esimo in 22.56. Lo aspettavano le forche caudine delle interviste, ma si è sottratto, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
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