Minisini tricolore nel “solo”: è la rivoluzione del nuoto sincronizzato

Minisini tricolore nel “solo”: è la rivoluzione del nuoto sincronizzato
di Piero Mei
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Martedì 23 Marzo 2021, 07:30

La rivoluzione, se non è arrivata in porto, è almeno arrivata in vasca: nella piscina di Riccione, nella quale un uomo ha per la prima volta vinto il titolo italiano nella specialità del “solo” del nuoto sincronizzato, che qualcuno, scimmiottando la ginnastica, vuole chiamare artistico, come se le bracciate di Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri non fossero esse stesse un’opera d’arte. Quest’uomo è Giorgio Minisini, venticinquenne romano, che ha dovuto combattere contromano secondo il trend generale che invece vede le donne obbligate alla guerra per la parità. E combatterà ancora, Giorgio, fin quando non si apriranno ai maschi, nella disciplina, anche i Giochi Olimpici, almeno nella specialità del duo misto, come il doppio misto nel tennis, il quartetto nelle staffette del nuoto e dell’atletica, la coppia nel tiro a segno, a volo e con l’arco. Uomini e donne gareggiano insieme e contro, da sempre, nella vela e nell’equitazione. 

LA STORIA
Del resto pare che il nuoto sincronizzato sia stato “inventato”, anziché dalle “leziose mossette” di “Bellezze al bagno” e di Esther Williams, indimenticata sirenetta di carne, ben distribuita, e ossa, dalle capriole fatte un secolo prima, nuotando nel Tamigi, a Londra, da Chelsea al ponte dei Frati Neri, da un uomo. E che uomo! Benjamin Franklin, l’americano inventore di molte cose, Stati Uniti d’America (fu tra i Padri Fondatori) e parafulmine compresi, che poi mise per scritto l’esperienza e i suggerimenti natatori per i sincronetti del domani, oltre a patrocinare, con spirito moderno, che il nuoto divenisse materia obbligatoria nelle scuole, a fini di sanità pubblica e personale sicurezza. Un americano fu anche l’ispirazione di Giorgio bambino: Bill May, che negli States, dove erano più aperti, batteva regolarmente le femmine, ma poi gli era impedito l’accesso alle gare internazionali, sempre riservate alle ragazze. Ha combattuto e poi vinto con l’introduzione del duo misto a mondiali ed europei e sulla sua scia anche Minisini s’è arricchito di medaglie, in duo con Mariangela Perrupato e per l’oro iridato con Manila Flamini, che poi lo ha “lasciato a mollo”, scegliendo la “carriera” di mamma. 

DOPPIO PODIO
E il duo misto è stato il secondo titolo italiano che Minisini ha conquistato ieri nella sua fantastica giornata tricolore. Ora la sua partner nella disciplina (nella vita no: c’è un’altra sincronette per lui e per lei un fuor d’acqua) è Lucrezia Ruggiero, romana anche la ragazza. «Una partner fantastica – dice Giorgio – che mi ha fatto ‘svoltare’. Avevo bisogno di nuovi stimoli, nuove ambizioni». E nuova musica: hanno gareggiato sulle note di “Starway to Heaven”, la scalinata per il Paradiso, dei Led Zeppelin. Nel solo Giorgio in acqua era accompagnato da una poesia di Mariangela Gualtieri, la voce di Andrea Fusco che la recitava e la musica di Massimo Tiburzi.

Il tutto nel quadro del “Progetto Filippide”, che è al servizio dello sport per ragazzi con disabilità specie mentali, e del quale Minisini è testimonial: «Mi danno molto». 

PISCINA E SCIENZE
La giornata del campione è faticosa: otto ore d’acqua, poi ginnastica ritmica e la sera, nella casa sulla Cassia, lo studio: scienze biologiche. «Ho una buona media». E la noiosa ripetitività degli esercizi? «Ce lo diciamo, ci scherziamo su e la noia se ne va». Solo in mezzo a tante ragazze? «Sono tutte fantastiche, siamo una famiglia, e Lucrezia poi è così leggera di mente, ma sto bene con tutte». Mai bullizzato per la sua passione per il sincro? «Magari preso in giro, ma cose gravi mai. E poi ho sempre avuto in mente di affrontare questo sport da maschio». Nessuna imitazione della sincronette: un po’ la rivoluzione di Nureyev o Barishnikov (e Bolle, sì) nel balletto. E ora ha un seguito: era una mosca bianca, ma ieri erano 10 le coppie in vasca per il duo misto. «E’ bello, facce nuove, gente nuova, uno sport che si afferma». Verso i Giochi di Parigi 2024? «Dicono che non apriranno le Olimpiadi al duo misto». Mai dire mai. Comunque c’è Roma 2022, campionati europei, cui mirare: ci vorrebbe proprio una scalinata per questo Paradiso. O magari i Maneskin? «Perché no?». Intanto grazie a Minisini il sincro è pari. 
 

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