Tony Cairoli, l'invincibile del Motocross
«Otto titoli mondiali e ancora mi diverto»

Tony Cairoli, l'invincibile del Motocross «Otto titoli mondiali e ancora mi diverto»
di Vanni Zagnoli
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Mercoledì 10 Settembre 2014, 18:22 - Ultimo aggiornamento: 18:51
Da 6 anni, Antonio Cairoli non sbaglia una derapata, sempre campione del mondo Mxgp. In totale fanno 8 titoli iridati e, nella storia del motociclismo italiano, solo il bresciano Giacomo Agostini (15 allori), l’85enne bergamasco Carlo Ubbiali e Valentino Rossi (9) hanno vinto di pi.

Toni, domenica in Brasile, a Goias, si è aggiudicato matematicamente il titolo con un gran premio di anticipo, sul belga Van Horebeek, motorizzato Yamaha. “E lunedì sono ricorso alle cure del medico del circuito per un problema all’occhio, mi era entrata polvere e aveva fatto infezione. E’ tutto risolto, andrò regolarmente in Messico, per l’ultima prova”.



A chi dedica la sua 6^ perla di fila?

“A papà Benedetto, scomparso a maggio per un infarto. Era in macchina da solo, aveva appena 67 anni. E poi al team, sempre rimasto al mio fianco”.



Guida l’austriaca Ktm, prodotta a Mattighofen. Quanto incide la moto, nei suoi successi?

“L’impatto è dimezzato, rispetto a quanto avviene in pista, nella velocità. Sullo sterrato conta di più il pilota, al punto che si può vincere una gara anche senza un mezzo “factory”, si potrebbe persino comprarne uno in concessionaria. Peraltro nelle ultime stagioni ho sviluppato personalmente la mia SX350F”.



Prima di lei, 5 italiani sono diventati campioni del mondo: Andrea Bartolini e David Philippaerts (di origine belga); 3 volte Alessio Chiodi (ma nella 125), 2 Alessandro Puzar (in 125 e 250) e Michele Rinaldi nella 125.

“Puzar è rimasto nell’ambiente, lavora per la Progrip, azienda per abbigliamento da cross, che riforniva anche me”.



Nell’albo d’oro di ogni tempo è preceduto solo dal belga Everts, a quota 10. Lo supera e poi si ritira?

“Vado avanti finchè mi diverto. Amo andare in moto, allenarmi tutti i giorni, anche quando i colleghi riposano. Questo è il mio segreto”.



Per il 3° anno di fila, l’Italia fa doppietta, perchè ha trionfato anche la 20enne parmigiana Chiara Fontanesi.

“E’ una grande pilota, avevamo fra l’altro lo stesso manager. Contribuisce a diffondere la nostra disciplina e di recente si è imposta anche nel gp delle Nazioni, la manifestazione più prestigiosa. Peraltro appartiamo a due mondi diversi, solo da questa stagione i nostri campionati vengono disputati sugli stessi circuiti”.



Nel cross avete mai paura?

“No. Anche perchè in gara non va velocissimi, le punte sono sui 100 orari, la media è sui 50”.



Quale è il bello del vostro sport?

“Il pubblico più caldo, rispetto al motociclismo. Magari è meno numeroso, però partecipa tanto alle gare: può stare vicino alla pista, inoltre il paddock è aperto, dunque ci sono meno ostacoli fra noi e i tifosi”.



E’ l’anno dei messinesi, con il successo di Vincenzo Nibali al Tour de France e i 3 successi in Formula 1 del debuttante Daniel Ricciardo, australiano originario di Ficarra.

“Con Nibali ci siamo visti dopo il suo trionfo a Parigi, abbiamo girato in bici assieme, a Lommel, in Belgio, prima della mia prova mondiale. Io sono di Patti e tifo Juventus, proprio perchè Michelangelo Rampulla, mio compaesano, ne era diventato portiere”.



Cosa manca al motocross per diventare veramente popolare, nel nostro paese?

“Che si veda di più. Da quest’anno è su Mediaset Italia2, spero che passi su Italia1. Peraltro è più bello dal vivo che in tv, a differenza della velocità, perchè nel nostro sport si vede tutto il tracciato, anzichè solo una parte”.



Il mondiale si corre anche in Italia?

“Ogni anno ci sono due tappe, da noi. Stavolta erano ad Arco (Trento) e a Maggiora (Novara). Fra le sedi ruotano anche fra Malpensa, Faenza (Ravenna), Castiglion del Lago (Perugia) e Montevarchi (Arezzo)”.



Il 25 ottobre esce in 200 sale il film “Tony Cairoli, the movie”.

“Lì c’è tutta la mia storia, poi andrà anche in Inghilterra, Spagna e Belgio. Nelle nazioni dove il cross è più seguito”.



Valentino Rossi non spera di più di gareggiare con la Ferrari. Anche a lei piacerebbe l’automobilismo?

“Più del motociclismo. A Messina c’è una pista da cross, ci vado pure con la Lancer Evo Mitsubishi che mi hanno regalato. Ho disputato il rally di Monza, ne ho in programma altri, magari con le mie Opel. E quando avrò appeso la moto al chiodo, mi piacerebbe praticarlo proprio a livello nazionale”.