Chamizo, un azzurro con destinazione Rio passando per gli Europei

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò e il premier Matteo Renzi premiano Frank Chamizo
di Francesca Monzone
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Mercoledì 30 Dicembre 2015, 13:18
 Un predestinato nato nell'anno delle Olimpiadi di Barcellona. Frank Chamizo Marquez, l'azzurro di Cuba campione del mondo nella lotta libera, è un ragazzo che si è fatto tutto da solo. Cresciuto con la nonna nella povertà cubana dove bisogna sapersi inventare la vita per sopravvivere, proprio dal suo Paese ha ricevuto la sconfitta più grande. Poi l'amore per Dalma Caneva, giovanissima lottatrice italiana, che gli ha permesso di rinascere nel nostro Paese e diventare il primo azzurro a vincere il titolo mondiale nella lotta libera categoria 65 kg. Quel successo, arrivato a settembre a Las Vegas, gli ha permesso di conquistare di diritto la qualificazione per i Giochi di Rio. Sarà un segno del destino, ma Frank ha ottenuto il pass a Las Vegas, la città dove i sogni talvolta diventano realtà.

UN GRANDE FUTURO
Lo sguardo di Frank è pieno di orgoglio e le cicatrici che si porta dentro hanno rafforzato il suo carattere permettendogli di essere il migliore. Simpatico e allegro, Chamizo ha 23 anni e un futuro luminoso davanti. Abbiamo chiesto a Frank cosa è successo a Cuba e perché è andato via dalla sua casa. Lo sguardo è diventato triste, ha nascosto rabbia e i pugni stretti lasciando intuire la sua sofferenza. «A Cuba io ero il “novado” dell'anno, ovvero il più giovane vincitore e tutti mi conoscevano già quando avevo 18 anni. Avevo centrato il bronzo ai Mondiali senior nella categoria 55 kg per il mio Paese. Poi sono andato ai Giochi Panamericani che per Cuba sono una questione politica e non ho vinto la medaglia. Così la mia Federazione mi ha fatto un controllo del peso e ha stabilito che ero sopra di 100 grammi. Così, mi ha squalificato senza farmi fare la seconda pesata». Frank Chamizo ha dovuto smettere di lottare e di allenarsi perché senza uno stipendio a Cuba non si vive. Per un pasto vendeva magliette e il tappeto da gara era un lontano ricordo. Poi Dalma Caneva, atleta e fidanzata di Frank, ha capito che doveva salvarlo da quella condanna ingiusta. Così a 18 anni lei e 20 lui si sono sposati in Italia e lui è entrato a far parte di quella famiglia che lo ha accolto e aiutato come un figlio. «Quando ho conosciuto la famiglia di mia moglie è stato un momento fantastico - ricorda Frank - mi hanno accolto in casa come un vero figlio, e per me è stato importantissimo. Vivevo da solo, mamma era in Spagna e tornava ogni quattro o cinque mesi a Cuba e mio padre era negli Stati Uniti dove si è risposato. Ho un fratello, ma vive in Germania».

TESTA AL BRASILE
Da pochissimo Dalma e Frank si sono lasciati, forse per un breve periodo perché tante cose devono chiarire e certe volte l'amore non è sufficiente a guarire tutte le ferite. Frank ora come unico obiettivo ha le Olimpiadi di Rio. Vive nel centro federale di Ostia dove ogni giorno si allena per migliorarsi e conquistare una medaglia olimpica. È orgoglioso di essere italiano e a Cuba non tornerebbe. Adora i tagliolini al tartufo, e appena può scappa al cinema a vedere un film e, nel poco tempo libero che ha, balla la salsa sottolineando però che la balla a modo suo e non come si fa qui. Ricorda le sofferenza, Frank, dice che nella vita non ci sono parole per descriverle. «Ti segnano dentro - racconta - sono momenti molto intimi e allo stesso tempo forti. Chi ha provato, chi ha avuto un'esistenza difficile come la mia lo sa». Frank pensa e programma il futuro, il 2016 anno dei Giochi. «Tra qualche giorno inizierò la preparazione - dice - e a marzo ci saranno campionati Europei che voglio assolutamente vincere».
 
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