La Wada, agenzia antidoping internazionale, al pari dei vertici delle federazioni sportive, hanno finora denunciato queste rivelazioni come improprie, ipotizzando che vi sia lo zampino di Mosca, intenzionata a dimostrare come non solo lo sport russo debba essere chiamato sul banco degli imputati. Tuttavia i media britannici, che pure hanno finora condiviso un generale atteggiamento di difesa d'ufficio degli atleti citati dai Fancy Bears concentrandosi sulla «tutela della loro privacy», non possono negare come alcuni di questi documenti svelino come minimo bugie dette in passato da alcuni campioni. Se non altro sul numero delle esenzioni mediche ottenute. È il caso ad esempio di Wiggins, ma anche di Farah - ammette il Guardian - ricordando come quest'ultimo avesse a suo tempo dichiarato di aver fatto ricorso a una sola Tue in carriera: mentre le carte filtrate oggi ne testimoniano almeno due, nel 2008 e nel 2014, e in un caso per l'assunzione di un medicinale dagli effetti chiaramente dopanti.
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