Zaytsev fuori per sponsor: cacciato dall'Italvolley per il “caso scarpe”

Zaytsev fuori per sponsor: cacciato dall'Italvolley per il “caso scarpe”
di Gianluca Cordella
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Mercoledì 19 Luglio 2017, 10:55
La scarpa proprio non calza. Ma non è una questione di numero o forma del piede. È - più semplicemente - come se Cenerentola si fosse rifiutata di provare la scarpetta del principe perché stava più comoda con le sue. Andare avanti nella metafora è complicato considerando che Ivan Zaytsev non ha la grazia e la femminilità della principessa Disney e che la delicatissima scarpetta di cristallo è in realtà un concentrato di tecnologia giapponese griffato Mizuno. Il principe sarebbe la Nazionale e almeno loro hanno l'azzurro in comune. Ma tant'è: lo schiacciatore di Perugia dice no alla calzatura nipponica e viene rispedito a casa per direttissima. Niente collegiale a Cavalese e, cosa ancora più importante, niente Europei (al via a fine agosto, in Polonia). Siamo solo allo scenario, per il momento, ma le probabilità che diventi realtà sono elevate se non sarà il giocatore a fare un passo indietro.

I FATTI
Tutto comincia a maggio, quando la Federvolley viene a conoscenza di un accordo commerciale sottoscritto da Ivan con Adidas, con l'azzurro che si impegna a indossare nient'altro che calzature del colosso delle tre strisce. La macchina federale si muove per evitare lo scontro ma il giocatore - spiega la Fipav con una nota diffusa ieri - si aggrappa a una problematica fisica che gli impedirebbe di usare scarpe differenti. Comprese quelle dell'Italvolley. La vicenda è lunga e intricata per cui procederemo per estrema sintesi: il presidente del Coni Giovanni Malagò media e ottiene da Ivan la disponibilità a testare strade alternative, Zaytsev va in ritiro con la squadra e boccia tutte le proposte avanzate dalla Mizuno per venire a capo della questione: tre modelli di scarpa da volley («nemmeno provati, ai quali non ha tolto neanche l'etichetta», dicono dalla Fipav), due versioni da basket più vicine alle sue esigenze e interventi sul plantare per risolvere la problematica fisica. Nulla da fare, evidentemente la questione sanitaria pesa parecchio. Ma poi, dice sempre la federazione, Ivan rifiuta anche di allenarsi con le scarpe Adidas con il logo coperto in attesa che la Mizuno possa studiare la soluzione in grado di accontentarlo al 100%. Ahi, ahi: il problema fisico è in realtà solo non voler rinunciare agli euro di casa Adidas? Probabile. Anche se una bacchettata alla Federvolley bisogna darla: Zaytsev, che è social come pochi, il 23 gennaio aveva sbandierato su tutti i network possibili l'accordo con Adidas al grido di «Che figata! Orgoglioso di entrare a far parte del team». E il marchio aveva fatto altrettanto. Possibile che fino a maggio nessuno sapesse?

I PRECEDENTI
D'altra parte, nelle liti per cose di marchio Ivan è in ottima compagnia. Michael Jordan, eterno simbolo Nike, a Barcellona 1992 usò la bandiera americana per coprire lo sponsor del Dream Team - Reebok - durante la cerimonia per le medaglie. La Puma rimproverò Maradona che lontano dai riflettori usava indumenti di altri marchi. Mentre Mario Goetze, da neogiocatore del Bayern, venne immediatamente multato per essersi presentato alla prima conferenza stampa con una vistosa maglia Nike. In casa Adidas. Mentre alla Juventus vengono multati tutti i giocatori che vanno in giro con automobili non appartenenti al gruppo Fca. Come le Porsche di Storari, Llorente e Caceres: sarà un caso che siano stati tutti ceduti?
 
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