Thomas Bach e il doping: «Tolleranza zero da parte del Cio»

Il presidente del Cio, Thomas Bach
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Mercoledì 18 Maggio 2016, 18:50
Il capo dello sport mondiale, Thomas Bach, ribadisce la politica di «tolleranza zero» del Comitato olimpico internazionale nella lotta al doping e avverte che se le accuse riguardo le Olimpiadi invernali di Sochi dovessero essere provate saranno adottate le sanzioni più dure: dalla squalifica a vita per atleti e allenatori fino all'esclusione delle federazioni nazionali coinvolte. Il mirino è nuovamente puntato soprattutto sulla Russia, dopo le nuove accuse di doping di Stato e manipolazione delle analisi antidoping ai Giochi di Sochi 2014. Bach ne ha parlato oggi nel corso di una 'conference call' dal quartier generale del Cio a Losanna.
Il numero uno del Cio ha spiegato che se le accuse dovessero rivelarsi veritiere si entrerebbe in «una nuova scioccante dimensione del doping, con un livello di criminalità finora senza precedenti. Non possono esserci dubbi sul fatto che il Cio reagirebbe - ha aggiunto - con la sua provata politica di tolleranza zero non solo nei confronti degli atleti individuali ma anche per tutto il loro entourage».
Le sanzioni, ha aggiunto il dirigente tedesco potrebbero comprendere «squalifiche olimpiche a vita per qualsiasi persona implicata, dure sanzioni finanziarie, sospensioni o esclusioni di intere federazioni come quella già esistente per la Federazione di atletica russa decisa dalla Iaaf».
Entrando nel merito dell'accusa di manipolazione delle analisi antidoping di Sochi, Bach ha spiegato che «siamo in presenza di accuse molto dettagliate e preoccupanti, ma prima di prendere decisioni dobbiamo chiedere alla Wada (l'agenzia mondiale antidoping, ndr) di stabilire i fatti con un'inchiesta».

 
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