Boxe, Pamela Malvina neo campionessa europea: «Vorrei combattere a Perugia»

Lo scorso 5 aprile, a Bologna, la conquista del titolo di fronte a 2500 persone

Boxe, Pamela Malvina neo campionessa europea: «Vorrei combattere a Perugia»
di Marco Pasqua
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Lunedì 15 Aprile 2024, 16:29

Una cosa è certa: Pamela Malvina Noutcho Sawa non ha paura dei pregiudizi. Che, nel suo caso, riguardano lo sport praticato e la provenienza geografica e culturale. Ma se si dovesse usare una metafora pugilistica, questa atleta 32enne originaria del Camerun, li ha stesi con un ko. La sua storia italiana inizia quando ha 8 anni: arriva a Perugia, per ricongiungersi con il padre Raymond, che si era trasferito in Italia per studiare ingegneria, all'università. Su quel volo ci sono Pamela Malvina, la mamma e tre fratelli più piccoli. In valigia hanno i sogni di chi vuole iniziare un'altra vita, ma anche la consapevolezza che il cammino non sarà facile e che bisognerà sempre avere qualcosa da dimostrare e sarà pronto a mettere i bastoni tra le ruote. A Perugia inizia a vivere nella zona di San Sisto, dove frequenta elementari e medie, salvo poi trasferirsi a Ponte Valleceppi. Qui resta fino a quando ha 18 anni: decide di frequentare il corso di laurea in scienze infermieristiche e trasloca a Bologna. Mamma e papà, che nel frattempo si sono separati, restano in Umbria. Fino ad allora, non era mai salita su un ring, ma aveva praticato atletica. La boxe arriva in un centro per senza fissa dimora: una stanza adibita a palestra, che non aveva neanche l'autorizzazione della Federazione pugilistica, ma dove pure si trasmetteva l'amore per questa disciplina. Da qui, l'allenatore la porta nella sua "casa" pugilistica attuale: la Bolognina, una palestra popolare dove conta molto il cuore e poco i soldi (visti i prezzi praticati, per permettere a tanti giovani di avvicinarsi a questo sport). «Insieme ad Alessandro Dané e Franco Palmieri ho iniziato ad allenarmi sul serio», racconta Pamela, che in poco tempo collezionerà i primi successi. Nel 2021 ecco il titolo italiano agli assoluti Elite, poi quello italiano dei pesi leggeri. Vive il Covid, lavorando come infermiera, in prima linea, e continua ad allenarsi, senza sosta. Nel 2022 arriva anche la cittadinanza italiana, a Bologna. E, infine, lo scorso 5 aprile, il titolo europeo Ebu Silver, conquistato di fronte a 2500 persone (tra queste c'era anche papà Raymond), contro la britannica Jordan Barker Porter, al termine di dieci riprese. «Queste vittorie dimostrano che con l'impegno si può davvero arrivare in alto. Io Bologna la vedo così: un luogo dove queste cose sono possibili. Certo, ora il costo della vita è alle stelle, le cose sono cambiate, ma spero che questa città continui ad essere la città delle opportunità. Ora punto a combattere l'europeo continentale ammette ma non dipende da me: la scelta spetta ad una commissione».

Nel frattempo lavora come infermiera all'ospedale Maggiore, dove è l'orgoglio di tutti, inclusi i colleghi e la direzione sanitaria, che in occasione della sua ultima vittoria le ha rivolto gli auguri per un futuro di successi. Una vita senza dubbio di sacrifici, come per tutti i pugili. «Lavoro sei giorni su sette racconta e riposo un giorno solo. Mezza giornata mi alleno e l'altra mezza lavoro. Diciamo che mi resta poco tempo per fare altro». A Perugia, ogni tanto, ritorna per trovare gli amici di infanzia, con cui è rimasta in contatto.

E, per questo, rivela anche quello che sarebbe un suo sogno: «Non ho mai combattuto in Umbria, ma mi farebbe piacere, perché in tanti vorrebbero vedermi e non sono ancora riusciti a farlo, qui a Bologna. Chissà magari un torneo o una esibizione, sarebbe davvero bello». In famiglia è l'unica a praticare boxe. «Papà mi ha subito incoraggiata dice mentre mamma ha fatto molta resistenza. Ogni volta che vincevo un titolo, mi diceva se non fosse il caso di smettere...Ora penso si sia rassegnata e ha capito che non ho intenzione di appendere i guantoni al chiodo». Sette match disputati per sette vittorie. «Anche se ho molto poco tempo libero a disposizione, quando posso cerco di allenare i più giovani alla Bolognina spiega ancora ma in questa fase preferisco concentrarmi sulla mia crescita. Poi un giorno chissà cosa farò. Per adesso voglio portare a casa il titolo europeo continentale».

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