O'Brien, lupo mannaro di Teen Wolf: «L'amore
è il vero mostro»

O'Brien, lupo mannaro di Teen Wolf: «L'amore è il vero mostro»
di Ilaria Ravarino
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Martedì 22 Luglio 2014, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 14:39
Ragazze in lacrime, in adorazione, le braccia tatuate col pennarello, le magliette che sono dichiarazioni d’amore. Urla, canzoni in coro (sei bellissimo), pianti. Tutti per lui, Dylan O’Brien, attore californiano di 22 anni che a guardarlo dal maxischermo del Giffoni Film Festival, dove ieri è transitato come superospite, somiglia terribilmente a un giovane Christian Slater, meno spavaldo e un pizzico intimorito dall’aggressione del suo stesso pubblico. Inutile, a detta delle fan, cercare di interpretarne il prodigioso successo. «Se non hai 20 anni - dice una di loro, senza staccargli lo smartphone di dosso - non puoi capire». Eroe di Teen Wolf, la serie tv sui lupi mannari teen trasmessa da Mtv («Tanti la guardano in streaming dall’America - spiegano le ragazze -, in Italia siamo una stagione indietro»), O'Brien raggiungerà a settembre anche il pubblico dei cinema, nel suo primo vero ruolo in un blockbuster: Maze Runner - Il labirinto, primo capitolo di una trilogia fantascientifica tratta dai romanzi di James Dashner.

Che effetto le fa una simile accoglienza?

«Sono sorpreso. E anche un po’ spaventato. Comincio a invidiare chi può permettersi di andare in giro senza sentirsi sotto assedio. Questo non vuol dire che non apprezzi il loro calore, non c’è nulla di male in quello che fanno e gli sono riconoscente. È che a volte l’affetto dei fan può essere eccessivo».

Lei è coetaneo dei suoi fan: ha mai avuto un’ossessione per qualcuno?

«Quando la mia famiglia si è trasferita in California avevo 12 anni. Non facevo altro che guardare Friends in tv. I personaggi della serie erano i miei unici amici.

Poi cosa è successo?

«Poi ho cominciato a girare piccoli filmati, per sentirmi meno solo e per occupare il tempo. Facevo tutto io e poi li caricavo su Youtube. Mi vergognavo a morte, non lo dicevo neanche ai miei genitori. Oggi mi rendo conto che quell’esperienza mi è servita a capire cosa avrei voluto fare da grande: il cinema.

Attori di riferimento?

«Robert De Niro e Tom Hanks. Ma non mi azzardo nemmeno a provare a imitarli».

La tv la guarda?

«Sì, adoro le serie. House of Cards e The Walking Dead sono le mie preferite. Mi avevano scritturato per interpretare uno zombie in The Walking Dead, ma ho dovuto rinunciare per girare Maze Runner».

Teen Wolf, Twilight, Walking Dead: oggi per raccontare l’amore servono i mostri?

«Sì. L’amore è il mostro più spaventoso di tutti, soprattutto quando sei un adolescente. Credo che traslare le esperienze emotivamente paurose in un mondo che non esiste, raccontandole in chiave fantastica, aiuti i ragazzi ad affrontarle. Li distrae e insieme li conforta».

Lei, a 22 anni, è spaventato dall’amore?

«Sono più realistico che romantico. Non credo nel destino, né nell’anima gemella. Credo che nella vita ci si possa innamorare più di una volta. Ma quando mi innamoro sono molto protettivo, anche possessivo. Non tollero che sia fatto del male alle persone cui tengo».

Anche in Maze Runner ricorre un tema molto frequente: il futuro post-apocalittico...

«Il tema ricorre perché la fantascienza è un eccellente strumento per raccontare le paure, quelle di oggi e quelle di sempre. Ieri, ai tempi della grande paura del comunismo, si facevano film che parlavano della fine del mondo. Oggi, dopo l'11 settembre, si torna a fare film apocalittici. Tutto gira intorno alle stesse domande: cosa succederà alla razza umana? Il mondo finirà? Cosa c’è dopo la morte?».

Che fine ha fatto la sua band, gli Slow Kids At Play?

«La musica è sempre stata parte della mia vita, anche prima che cominciassi a recitare a 18 anni. Ma non riesco più a dedicargli abbastanza tempo. Ho lasciato la band e mi si è spezzato il cuore».

È vero che non si separa mai da un oggetto feticcio, un cuscino?

È vero. Da ragazzino me lo portavo sempre dietro perché avevo problemi di allergia, ed era l’unico cuscino con cui riuscissi a dormire. Oggi mi aiuta a rilassarmi. Non viaggio senza.

Cosa sogna per il suo futuro?

«Migliorarmi come attore. Essere una persona migliore. Sono giovane e mi dispiace: non sono perfetto».
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