Roma, quando l'Amore è una sostanza stupefacente c'è Paola Pessot

Paola Pessot
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Aprile 2018, 17:00
Era una scommessa, un testo rinchiuso nelle stanze del cuore e della testa, quelle in cui dietro ogni porta l'attrice Paola Pessot ritrovava se stessa... a 8 anni, 15 anni, a 30 anni e poi chissà! Era una scommessa che poi fu vinta oltre un anno fa, quando per una settimana il teatro a via Luca Della Robbia fu colmo di trentenni a caccia di una sostanza stupefacente di nome Amore, difficile a trovarsi, ancor più difficile da somministrarsi. Con un testo rinnovato in una versione duepuntozerodiciotto, torna lo spettacolo "L'Amore è una Sostanza Stupefacente", scritto dalla vulcanica Paola Pessot insieme ad Alessandro Bardani, che dirige in scena la giovane e talentuosa attrice ogni sera con un compagno diverso, alle prese con le sue vicissitudini amorose e con il grande disagio che un sentimento così bello riesce a suscitare in ognuno di noi. Un testo contemporaneo, leggero e spumeggiante, diretto da Bardani, attualmente impegnato insieme a Edoardo Falconi e Marco Martani, nella sceneggiatura del prossimo film di Christian De Sica e che sancirà il ritorno diChristian alla regia, il prossimo Dicembre 2018. 
 
Il racconto. Perché dire “Io muoio d’amore per te”, invece di dire “io vivo d’amore per te?”. Semplice: “perché l’amore… t’ammazza!”. Sono passati tre mesi esatti da quando Corrado (interpretato da Alessandro Parrello venerdì 6 e da Michele Botrugno sabato 7 aprile) ha chiesto a Beatrice di sposarlo e tutto ciò che lei è riuscita a rispondergli è stato: “No. Non lo so. Comunque… Grazie!”. Lui l’ha pregata di pensarci e di tenere l’anello, ma poi è sparito nel nulla. Beatrice è distrutta dai dubbi: perché non ha risposto “Sì”? Non lo amava? O semplicemente non è proprio portata per i rapporti di coppia? Comincia quindi a ripercorrere la sua vita, ricordando tutti gli uomini più importanti che ne hanno fatto parte, entrando di volta in volta in quelle stanze della memoria da cui spuntano fuori i divertenti fantasmi degli amori passati. Dal bambino per cui aveva una cotta alle elementari, (e che riempiva di botte dall’inizio alla fine della scuola), fino ad arrivare all’apparentemente perfetto Corrad,o che la vorrebbe in sposa. Ma se Corrado era davvero così perfetto perché lei non ha accettato la sua proposta di matrimonio? Perché quando una storia finisce si ricordano solo le cose belle, invece di concentrarsi su ciò che non andava? Tra depressioni e picchi d’entusiasmo Bea riflette ad alta voce, in modo ironico e irriverente, sulla realtà che la circonda, su sé stessa, sull’amore. Un vero e proprio flusso d’in-coscienza interrotto dai ricordi del suo passato. Una sorta di stand-up comedy involontaria… dove il pubblico, empatizzando con la protagonista, ride insieme a lei dei suoi maldestri tentativi di vincere la solitudine e concedersi all'Amore, quello vero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA