Enrico Montesano, “C'è qualche cosa...in te”: cavalcata nella commedia musicale

Enrico Montesano, “C'è qualche cosa...in te”: cavalcata nella commedia musicale
di Rita Sala
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Sabato 5 Ottobre 2013, 14:51 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 16:50
ROMA - Enrico Montesano, autore, regista e protagonista di C’ qualche cosa... in te..., in scena al Brancaccio di Roma fino al 27 ottobre, chiacchierando del suo spettacolo prima della “prima” con il calore e la passione di prammatica, non era comunque riuscito a dare l’idea esatta di cosa si sarebbe trovato in palcoscenico. È stata una bellissima sorpresa. C’è, come annunciato dall’attore, una commedia musicale di nobile stampo, patinata, belle scene, musiche di classe, canzoni famose, nutrito corpo di ballo. C’è una storia con risvolti persino impegnati, i giusti colpi di scena, le debite digressioni sentimentali. Ma ci sono soprattutto una freschezza, un’energia e una giovinezza, anagrafica ed estetica, che fanno del lavoro di Montesano il classico appuntamento “da non perdere”.

IL SOGGETTO

Nando è il geloso custode dei costumi del musical all’italiana, creatura nata e cresciuta al Sistina di Garinei e Giovannini. Il luogo in cui l’uomo protegge la marea colorata che risale a spettacoli come Giove in doppiopetto, Buonanotte Bettina, Rugantino o Se il tempo fosse un gambero, è il sottopalco di un teatro destinato a diventare un centro commerciale. Nell’antro, il fedele Nando (Montesano) coltiva anche i ricordi della propria vita, alcuni rimpianti, la figura di una donna troppo presto svanita, la voglia che finalmente torni, in arte e nel lavoro, la perduta Qualità. Invaso da operai e avvocati del gruppo d’affari interessato al magazzino, l’uomo continua a sognare, ma non lesina battute e battutacce, dialoga con lo scurrile merlo indiano che gli fa compagnia, tiene testa a una ragazzetta impunita, Delia, piombata un giorno nel deposito, sia pure con un’inspiegabile propensione nei suoi confronti. Gli sviluppi li scoprano gli spettatori.

Bisogna invece soffermarsi sull’effervescenza dello show, sulla bravura del protagonista e dei giovani comprimari (Ylenia Oliviero nel ruolo di Delia, Michele Enrico Montesano in quello dell’avvocato Nicolò Gerini, Marco Valerio Montesano nei panni di Tuttofare), sull’effetto delle scene di Gaetano Castelli, sull’elettrica prestazione del corpo di ballo, coreografato da Manolo Casalino; sulle musiche di Renato Serio, anche orchestratore e arrangiatore. Ai cento costumi di Pamela De Santi il compito di fare qualcosa in più: giustificare anche visivamente l’ottimismo che Montesano lancia al pubblico. Generosi di lamé d’oro e di giacche lustrinate, sanno rispolverare, sul coro a bocca chiusa di Roma nun fa la stupida stasera, (da Rugantino), opulenze, pazzie e romanità papalina del celebre musical. Il tutto con la pulizia esecutiva, l’estrema cura, la precisione assoluta che caratterizzano l’intero spettacolo, capace di filare come un treno dall’inizio alla fine. All’anteprima, i tanti giovani e giovanissimi hanno strillato il loro consenso come davanti a un concerto rock. Gli adulti hanno applaudito a lungo, contenti della serata e grati del rispetto per il pubblico che uno spettacolo così dimostra. Rispetto, nel mare di abborracciamenti al quale ci siamo abituati, ormai raro come la qualità.

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