Billy Elliot, le nuove star del musical si scaldano al teatro Sistina

Billy Elliot, le nuove star del musical si scaldano al teatro Sistina
di Rita Sala
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Sabato 27 Dicembre 2014, 19:42 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 19:42

Billy Elliot. Il musical, al contrario di quanto succede di solito, viene dal film omonimo di Stephen Daldry uscito nel Duemila e ambientato in Inghilterra, durante il lungo sciopero dei minatori del 1984.

I lavoratori, in quel frangente, si schierarono compatti contro la chiusura delle miniere prevista dai provvedimenti dell’allora primo ministro, Margaret Thatcher.

Billy Elliot. Un film, un musical, un romanzo. Ma anche e soprattutto una storia vera, di talento, coraggio e volontà, quella del ballerino Philip Mosley.

WEST END

Dello spettacolo teatrale, che ha debuttato al Victoria di Londra nel 2005, con le musiche del grande Elton John su testi di Lee Hall, “The Telegraph“ ha subito scritto: è il più bello dei musical inglesi. Un argomento che fa sognare, canzoni di classe, un ragazzetto di undici anni come protagonista. Orfano di madre, Billy vive con la nonna, il padre e il fratello, che sono entrambi minatori. Dovrebbe, per accontentare il papà, allenarsi in palestra tirando di boxe. Scopre però che la sua vera vocazione è un’altra: la danza. E si caccia nel terribile ginepraio dei pregiudizi che infettavano (e in parte ancora infettano), nelle menti conformiste, la danza maschile, considerata un esercizio effeminato, nonché un trampolino di lancio per omosessuali.

Billy si avvicina casualmente alla danza e comincia a prendere lezioni in segreto, fingendo di continuare a coltivare la boxe. L’insegnante lo segue e lo supporta, assicurandolo che ha talento.

Padre e fratello, scoprendo la situazione, non saranno teneri con lui, eppure Bolly non mollerà. Nonostante le lotte, i conflitti familiari, gli attacchi, le avventure e i colpi di scena, riuscirà ad essere ammesso alla Royal Academy of dance. E dopo tanto lavoro, in una magica notte, davanti a chi non avrebbe voluto vederlo ballerino, spiccherà magici voli da protagonista del "Lago dei cigni".

IN ITALIA

Massimo Romeo Piparo, regista e patron del Sistina di Roma, ha iniziato ieri le audizioni per trovare gli interpreti della versione italiana di Billy Elliot, da lui prodotta e diretta, che andrà in scena nel teatro romano dal 5 maggio 2015. «Voglio in palcoscenico - dice - in questi tempi depressi e scoraggianti, il trionfo dell’amore, della passione, della voglia di farcela».

Così il teatrone di via Sistina si è riempito di ragazzini e ragazzine (accompagnati dai genitori e da altri parenti) pronti ad affrontare il provino davanti al regista: un numero di danza, una o più canzoni, un breve monologo.

E se è senz’altro vero che il musical esigerebbe pari bravura in tutte e tre le discipline, gli aspiranti hanno dimostrato - tutti - una preparazione al di sopra delle aspettative. «Le nuovissime generazioni - spiega Piparo - hanno in qualche modo capito, forse per istinto, che in arte non sono ammesse le approssimazioni. Si sottopongono, non sempre e non solo spinte dai parenti, a classi di danza e musica davvero serie e impegnative.

Se poi hanno padre o madre, o entrambi i genitori, che fanno gli attori, i danzatori o i musicisti, il gioco è ancora più immediato: coltivano la loro passione a scuola e in casa. Interrogandoli sulla vita pubblica e privata, vedendoli ballare e recitare, ascoltando le loro canzoni, sono sempre più stupito: ci troviamo di fronte a giovanissimi che fanno impallidire i giovani».

BILLY E COMPAGNI

Ed eccoli, i piccoli “mostri”, maschi e femmine. Nel foyer e in camerino sono chiassosi e irerfrenabili come la loro età comanda (i maschi vanno dai dieci ai quattordici anni, le bambine dai sette ai dieci). Ma appena entrano in sala prove e affrontano il regista, dopo aver diligentemente consegnato il dischetto con la base registrata della musica sulla quale si esibiscono, hanno come una mutazione. Da creaturine innocenti e graziose si trasformano in macchine da guerra. Non si tratta di una dimostrazione di solo talento, più o meno studiata per l’occasione. Sulle facce concentrate c’è qualcosa di più, il segno della determinazione, che non uccide comunque il divertimento.

Tre, assieme ai tanti, i moschettieri per il ruolo di Billy: Tiziano, Alessandro e Christian. Diversi di statura, di aspetto, probabilmente di carattere. Diverse le provenienze: Roma, Parma, Messina. Differenti le verve, la voce con la quale cantano, Electricityl, le preferenze (se uno, con una classe innata addosso, ha già in mente di optare per la classica, gli altri, più energetici, vanno sulla danza moderna). Lo spirito, invece, è lo stesso: voglio, fortissimamente voglio.

Non mostrano noia o stanchezza. Fanno e rifanno ciò che Piparo chiede loro senza battere ciglio. Affrontano senza patemi le interviste, le fotografie, le riprese video. Rispondono alle domande sulla vita personale con spontaneità e sicurezza, ancora puri, ma già affilatissimi. Scegliere sarà un problema.

AL FEMMINILE

Le bambine, Giulietta, Margherita, Eleonora, Livia e le altre, quelle che Billy incontrerà alla scuola di danza, sono più piccole e più leziose, dilgentissime, intonate. Portano, come canzone di prova, tratta dal musical Tutti insieme appassionatamente; come monologo, brani da Peter Pan, Mary Poppins e da altri titoli famosi.

Sconvolgentemente efficienti le risposte a domande non proprio pedestri, per ragazzine della loro età, ad esempio sul significato della parola “monologo”: «È un pezzo dove uno parla da solo». E via con le sfumature, dalla tenerezza con la quale Wendy parla a Peter Pan, alle spiritosaggini della governante di Supercalifragilistichespiralidoso. Eccetera.

TRILOGIA

Billy Elliot sarà la terza produzione di Piparo e della sua PeepArrow Ent. nell’arco di una trilogia ispirata alle storie più amate del cinema europeo. Iniziata con The Full Monty e proseguita con Jesus Christ Superstar (attualmente in tournée italiana; l’anno prossimo in tournée europea) si chiuderà, appunto, con Billy Elliot, la storia del ragazzo che voleva danzare.

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