“Roma, telaraccontoio”: all’Hotel Art Margutta in mostra le opere di Castellucci, un romantico metropolitano

Direzione Termini
di Sabrina Quartieri
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Lunedì 8 Giugno 2015, 22:24 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 15:27
Un ricordo vivo, un’emozione ancora forte, ma anche il realismo di uno scorcio di Roma, a volte bellissimo, altre sporco e dimenticato. Nelle opere di Roberto Castellucci c’è sempre una vena romantica che sfugge alla rigidità geometrica delle sue tele: considerato per questo un “romantico metropolitano”, l’artista, giovedì 25 giugno e per un unico giorno, torna ad esporre i suoi quadri con la mostra “Roma, telaraccontoio”, allestita negli spazi dell’Hotel Art di via Margutta nella Capitale, a partire dalle ore 16. Una personale che si racconta attraverso 25 opere in una location d’eccezione: una vecchia chiesa sconsacrata, con i suoi marmi e stucchi severi.









Realizzate con diverse tecniche pittoriche (acrilico, vernice alla nitro e sabbie), le tele selezionate per l’occasione sono state create dal 2007 in poi. All'epoca e già da tempo Castellucci, originario di Sora nel Frusinate, conosceva Roma, prima da studente di Scienze Politiche, poi da residente. L’artista intraprende il percorso creativo e allo stesso tempo inizia a guardare la città che lo ha accolto, in modo differente, non solo con gli occhi incantati del ragazzo in gita scolastica. Così, dai colori forti di un’ammirazione appassionata e dolcemente romantica, le vecchie tele lasciano il passo a dipinti dalle tonalità più scure e cupe, segno della maturità disillusa di chi vive la Capitale con tutti i suoi problemi metropolitani. Grandi protagonisti delle opere in mostra, gli angoli della Città eterna, con i suoi paesaggi riprodotti con un filtro ingombrante ma ineludibile: l’esperienza del vissuto. La produzione pittorica, spesso travagliata, è il risultato di domande a cui l’artista tenta di dare una risposta: a suo parere l’arte e la sua essenza sono ridimensionate oggi dall’astrattismo esasperato, con la conseguenza di penalizzare tutto ciò che è il bello reale, concreto. Per questo, all’Hotel Margutta sarà presente solo un’opera astratta di Castellucci.



In mostra, verranno esposte invece alcune delle tele di ultimissima produzione: “Ho tentato un parallelismo tra arte ed economia, due discipline così lontane ma, allo stesso tempo, vicine tra loro; e ancora, tra la crisi (personale?) dell’astrattismo e quella (globalizzata) dell’economia degli ultimi anni; tra la debolezza della facoltà di astrazione e l’aspetto virtuale dei prodotti finanziari, e soprattutto, tra la materialità della bellezza figurativa e la concretezza del prodotto reale”, racconta il pittore. Sarà un corridoio in marmo bianco screziato ad offrire lo spazio a tre suggestivi scorci di Roma: Trinità dei Monti, via Margutta e Stazione Termini. Protagonisti con altre tele, di diverse dimensioni, sempre gli angoli della Capitale, esposti anche nella hall dell’albergo, all’ingresso. Infine, sarà il giardino interno a svelare la teorizzazione del parallelo arte-economia, con quadri realizzati per raccontare il punto di rottura, secondo Castellucci, tra astrattismo e figurativismo.