Prima del concerto al Blackout Rock Club, il gruppo guidato da Tommaso Cerasuolo si è presentato in una libreria romana per darne un assaggio in versione acustica e col solo accompagnamento della chitarra. Lì un breve racconto di come l’esibizione sul palco del Teatro Ariston abbia cambiato la loro vita e una cronistoria di tutto ciò che li ha portati dopo sedici anni dal loro primo disco a vincere il premio della sala stampa di Sanremo.
Ora – dice Tommaso - «è un po’ come essere sempre ubriachi, dormiamo pochissimo e siamo sempre in giro». E in effetti la tournée sta toccando molte città italiane e continuerà fino al mese di settembre.
Molto è cambiato dal disco precedente “Del nostro tempo rubato”, in cui erano state raccolte 24 tracce, «Una scatola di cartone con cui volevamo dire: il disco è lungo, ognuno può fare la propria playlist». “Musica X” invece raccoglie solo 10 canzoni, tutte composte quando ancora neanche immaginavano di partecipare a Sanremo.
Tante le collaborazioni portate avanti dal gruppo negli anni e anche in questo ultimo disco, in cui duettano con Erica Mou, I Cani e Luca Carboni. Poi il successo di Sanremo, a cui sono arrivati grazie al fatto che «il disco è capitato per caso nelle mani della direzione artistica del Festival e loro hanno creduto in noi».
Dopo aver totalizzato un milione di visualizzazioni su YouTube del video de “L’Unica”, nonostante Sanremo, in tanti ancora sbagliano il loro nome: «Ci stiamo muovendo per l’Italia proprio per farci conoscere».
Ciò che li ha sostenuti sull’Ariston – dice Tommaso – e ciò che li sostiene tutt’ora sono i tanti messaggi di quelli che già conoscevano i Perturbazione.
Con “Musica X”, «Volevamo fare un disco sul sesso e su quanto sia importante nella vita di ciascuno di noi. Poi ci siamo accorti che in realtà tutte le canzoni parlavano solo del concetto di “appartenenza” in tutte le sue declinazioni».
E a chi li ha definiti l’espressione della “quota indie” del Festival, hanno risposto: «La musica dovrebbe aprire delle porte. Il mondo è un posto complesso e ognuno cerca di dire la sua. La musica è una cosa che ci deve unire, non il contrario».