Nuova stagione del Teatro di Roma, tra ritorni e progetti innovativi

Antonio Calbi, direttore Teatro di Roma (foto Paolo Caprioli)
di Valentina Venturi
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Martedì 20 Giugno 2017, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 12:43

"Il teatro è uguale per tutti". Con questo claim dal Teatro di Roma si chiarifica il senso della nuova stagione (aperta alle novità, senza dimenticare i classici e i ritorni) e si lascia intendere una punta di polemica per i soldi che ha ricevuto il Teatro Eliseo di Luca Barbareschi. 
 

 


«Il teatro è uguale per tutti... Esattamente come dovrebbe essere la Legge - dichiara con convinzione Antonio Calbi, Direttore del Teatro di Roma - Teatro Nazionale - . Ci piace perseguire, con maggior forza, il senso di un Teatro che sia agorà civile e culturale, un Teatro aperto a tutti, che sia spazio della Democrazia delle Arti, e attraverso di esse – che sul palcoscenico sono abituate a dialogare da sempre –, assurgere a Democrazia davvero partecipata, di pensieri, sentimenti, utopie, sguardi rivolti alla Storia, e dunque alla Memoria. Teatro come parlamento sociale; dove le vite di artisti e spettatori dialogano nel tempo e nello».

All'Argentina ci saranno tra gli altri Emma Dante con "Bestie di scena" (13-22 ottobre), il "Riccardo II" regia di Peter Stein (12-17 dicembre), il 21 dicembre c'è "Re Lear" regia Giorgio Barberio Corsetti (21 novembre - 10 dicembre), torna "Ragazzi di vita" diretto da Massimo Popolizio (21 dicembre - 7 gennaio) e "Il sindaco del rione sanità" per la regia di Mario Martone (17-29 aprile). All'India invece dal 19 al 29 ottobre c'è Eleonora Danco con "dEVERSIVO", Robert Wilson dall'11 al 17 dicembre con "Hamletmachine", Veronica Cruciani dirige Accabadora" (1- 4 marzo 2018) e Raffaele Di Florio dirige dal 10  al 15 aprile "Emone".

«Abbiamo cercato - conclude Calbi - spettacoli che riverberassero di senso etico, sociale, storico, perché è di questo che abbiamo bisogno: di comprendere cosa ci sta accadendo e come affrontare le nuove sfide, le nuove tragedie, nelle quali siamo immersi, e come impegnarci tutti a immaginare e costruire un futuro diverso». 

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