Marco Masini: «A Sanremo per vincere e ricordare Giorgio Faletti»

Marco Masini: «A Sanremo per vincere e ricordare Giorgio Faletti»
di Marco Molendini
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Mercoledì 1 Febbraio 2017, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 17:27

Due vittorie, un terzo posto, otto partecipazioni: Marco Masini è un fondista di Sanremo. E racconta: «Ci torno per l'adrenalina della gara, è un gas fondamentale nella vita, non voglio adagiarmi nel brodo caldo dell'età». Ha propositi bellicosi il cinquantaduenne cantautore fiorentino che ha vinto nel 90 con Disperato e nel 2004 con L'uomo volante e che conosce benissimo il valore della presenza all'Ariston e quanto possa contare nell'uscita del suo nuovo disco, il primo di inediti da sei anni a questa parte. Titolo dell'album, Spostato di un secondo, lo stesso della canzone che porta in gara: «È stato Carlo Conti a contribuire a farmela scegliere. Siamo amici da trent'anni» ammette Masini, a proposito del suo rapporto con il conduttore e direttore artistico del Festival.

 

IMBARAZZO
L'amicizia non aiuta - rivendica, però, il cantautore -, anzi «fa l'effetto contrario: rischia di metterti in imbarazzo, di farti sentire in pericolo. Così la scelta è stata molto ponderata». Quasi un corollario a quello che racconta il pezzo: «Il concetto, arrivare un secondo prima nel nostro passato per scegliere la cosa giusta, è quello di sottolineare l'importanza di meditare su quello che si fa. E la cosa vale tanto più come italiani, visto che spesso ci facciamo trasportare dall'istinto. Un secondo in più aiuterebbe a fare un salto in avanti».
In realtà nel discorso che viene affrontato dal brano che è stato scritto con Zibba e Diego Calvetti, che ha anche prodotto il disco, c'è anche un po' di autobiografia: «In passato sono stato precipitoso, oggi mi sento decisamente più maturo. Diciamo che mi sento un po' Siddharta, metto in discussione tutto». Anche nella musica. Del resto per Masini proprio quest'anno ricorre il trentennio della sua prima tappa professionale rilevante, il tour fatto assieme all'amico Raf nel 1987: «E questo disco mette insieme tutto il percorso fatto da allora fino ad oggi. Un viaggio compiuto ascoltando di tutto, dai miei punti di riferimento degli anni 70 fino agli ultimi rapper».
L'interesse per il rap traspare anche dalla canzone che scenderà in gara all'Ariston: «Nella strofa utilizzo la sintesi di cui è capace il linguaggio rap, mentre nell'inciso il ritornello diventa più classicamente cantabile. Il rap penso che sia una realtà, in Italia ha fatto sbocciare un personaggio di talento come Jovanotti, è mio dovere prenderlo in considerazione. Pur senza voler imitare quell'idioma».

LA COVER
Nella serata del giovedì, quella dedicata alle cover, Marco ha scelto una canzone che tutti ricordano, eppure che è stata cantata da pochi, Signor Tenente di Giorgio Faletti: «A lui mi legano una sintonia personale e la stima non solo per la dignità del suo combattimento finale, ma anche la sua abilità di scrittore, in particolare in Io uccido. Giorgio non ha mai dato prova di debolezza creativa, da Drive in in poi. Anche Signor tenente è una canzone che ha lasciato il segno, eppure è stata ingiustamente trascurata negli anni. Ecco, ho sentito il dovere di farla risentire, oltretutto mi sembra un pezzo molto attuale. E lo farò senza ospiti, da solo con due interventi parlati affidati ai coristi».
Masini partirà in tour dalla fine di aprile, insomma dopo il Festival ci sarà un buon periodo di decantazione prima di affrontare il pubblico dal vivo: «Ho voluto prendere del tempo per montare uno spettacolo diverso. Non voglio ripetermi, la gente deve sentire qualcosa di nuovo».