Sanremo, i “big” sfilano sul red carpet dell'Ariston fra gli applausi

Sanremo, i “big” sfilano sul red carpet dell'Ariston fra gli applausi
di Marco Molendini
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Lunedì 9 Febbraio 2015, 22:45 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 16:52

Coraggio, si parte. Il Festival è pronto al debutto e le canzoni, tutte e venti, ieri sono sfilate all'Ariston per quella che è la prova generale. Ultimo atto, aperto alla stampa, prima del varo di questa sera con le prime dieci a salire sul palco dell'Ariston, ovvero, nell'ordine, Chiara, Grignani, Britti, Malika Ayane, Dear Jack, Lara Fabian, Nek, Di Michele-Coruzzi, Annalisa, Nesli. Ma il centro della serata sarà in ogni caso la reunion storico sentimentale fra Albano e Romina, pronti a un medley tutto nostalgico: «Sarà il trionfo della pace tra noi» dice lui.

Lei non commenta. Ma sulla scena si sorrideranno e si guarderanno negli occhi come se non fossero passati ventiquattro anni.

Dicevamo le prove.

Sono state l'occasione per avere la conferma sostanziale che la linea musicale ha scelto la seduzione del pubblico televisivo e la destinazione radiofonica. Così, sono tanti i brani che rimasticano il già sentito, che si affidano all'ambizione di andare a segno con facilità, basandosi su ritornelli ad alta digeribilità.

Su questo piano sono un caso lampante i tre ragazzi del Volo che cavalcano un pezzo che si chiama Grande amore: un crossover che non va per il sottile puntando al bersaglio grosso. Le cose migliori sono Sola, un bel blues di Nina Zilli, che in prova ha cantato benissimo, Fatti avanti amore di Nek, uno dei pochi brani veloci che scivola via piacevolmente anche se il testo anatomico (nel senso che parla di braccia, di gambe, di cuore) non è granché, Un attimo importante di Alex Britti, che ha un impianto meno tradizionale ma si fa forte di un ritornello indovinato. La sofisticata, Io sono una finestra, di Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi ha il gusto di una jazz ballad, ma l'emozione ha tradito il test di Mauro che non ha trovato l'intonazione giusta.

Quanto ai giovani, la migliore è Chiara, voce piena, duttile, un pezzo costruito bene. Gli altri (da Dear Jack a Annalisa, a Nesli che vascorosseggia, a Lorenzo Fragola) sanno cantare ma sono privi di quella che si definisce l'espressione, cioè non sanno dare peso alle parole e, se poi le parole sono banali, la frittata è fatta, non basta un riff facile facile. Quanto ai veterani, la gran voce di Lara Fabian meriterebbe di meglio come canzone, Masini, ha un pezzo non raffinato ma solido, Irene Grandi può venire fuori con il tempo, mentre Malika Ayane non trova il centro gravitazionale del suo brano. Infine Vita d'inferno di Biggio e Mandelli, fa il verso a Cochi e Renato, è velleitaria ma comunque simpatica (Biggio ha qualche problema di intonazione) col gran merito di sfuggire al tema dominante dei sentimenti provando a raccontare uno stato d'animo che riguarda il sentire nazionale. Ieri durante le prove hanno approfittato di un black out dei microfoni per rodare la parte comica del loro set, prendendo di mira Carlo Conti seduto in platea: «Strano, non ti vedevo - ha detto Mandelli – eppure le poltrone sono rosse no marroni», ennesima battuta sulla pelle del conduttore direttore artistico più abbronzato della storia del Festival.

Dunque oggi si parte. E nella prima serata Conti e le sue damigelle, la mora (Arisa), la bionda (Emma) e la bella (Rocìo) si faranno forti della prima parata di ospiti (da Tiziano Ferro a gli Imagine dragons, Alessandro Siani e la compagnia di ballatto de Pilobulos. L'obbligo è di andare avanti fino a mezzanotte e venti, almeno: «La pubblicità ci ha chiesto di non chiudere prima» giustifica il capitano-conduttore.

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