RisorgiMarche chiude con il botto: in 70mila per Jovanotti

La folla oceanica per il concerto di Jovanotti
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Domenica 5 Agosto 2018, 20:57 - Ultimo aggiornamento: 6 Agosto, 09:36

Una folla oceanica, oltre 70 mila persone, ha invaso la radura nei pressi dell’Abbazia di Roti, a Matelica, dopo essersi fatta 8 chilometri a piedi. Oltre un'ora di cammino. Si è trasformata in una Woodstock marchigiana il concerto di Jovanotti che ha chiuso RisorgiMarche, l'evento ideato da Neri Marcorè per i terremotati.
 

 

qualcuno dice 70mila per me eravamo molti di più...eravamo UNO!!!!!! vi siete fatti 8 km a piedi e avete costruito una cosa bellissima tra il prato e il cielo. Viva @risorgimarche e grazie per l’accoglienza! #nerimarcorè sei un organizzatore super oltre al grande artista che conoscevo. E quando vi cercano di spegnere l’entusiamo non permetteteglielo, è un trucco, le vostre risorse sono pazzesche. Le nostre. Buona serata e buon ritorno a casa a chi c’era.

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«Fate venire i brividi, è davvero emozionante come nessun’altra cosa al mondo – ha esordito Neri Marcorè - Sarà una giornata che ricorderemo per tutta la vita. RisorgiMarche è amore e passione, per questa terra, per la musica, per la solidarietà, per la volontà di fare insieme qualcosa di concreto. Tanti di voi sono qui da giorni, le strutture alberghiere sono piene e sicuramente le persone che lavorano da queste parti vi saranno grate per la vostra presenza. Siamo ospiti in un luogo che è stato teatro di tante battaglie partigiane, simbolo della resistenza italiana: salutiamo l’Anpi e tutte le persone che hanno combattuto per la libertà per non dimenticare che se oggi ne godiamo è grazie a loro. Questa è l’ultima tappa di una seconda edizione strepitosa e non poteva esserci festa migliore di questa, con la vostra presenza e il vostro entusiasmo per incontrare uno degli artisti più amati e apprezzati del nostro panorama».
 
 

«Voi siete pazzi! Me l’avevano detto che qui nelle Marche siete pazzi! Che meraviglia!», ha urlato al pubblico Jovanotti accolto da un boato e visibilmente emozionato almeno quanto Saturnino, il bassista ascolano della sua band. Con loro, alle chitarre Riccardo Onori, alle percussioni Leonardo D’Angilla e ai fiati Gianluca Petrella. “Affermativo” è stato il primo pezzo di un concerto unico per energia e divertimento, proseguito con “Buongiorno Italia”, un passaggio di “L’italiano” di Toto Cutugno (che è diventato “sono un marchigiano”), “L’estate addosso”, la travolgente “Ombelico del mondo”, “Sbam!”, “Fango”, “A te” ed altre canzoni, ritmate anche con il costante applauso del pubblico. Come “Che sarà”, cantata insieme a Neri Marcorè ed introdotta da una riflessione su migranti da e per ogni terra. 
 
 

wow! @risorgimarche #oggi #senzaparole #grazie

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«Questi posti dopo il terremoto hanno subito una rivoluzione, in parte sono stati abbandonati - ha detto Jovanotti - ma anche grazie a queste iniziative le persone ritornano». «Questa canzone non solo racconta di gente che come noi lascia la provincia per andare a lavorare in città diverse, magari anche all’estero - ha aggiunto Marcorè - ma dice anche come il nostro Paese sia oggi meta di tanta gente che lascia la propria terra in cerca di una vita più dignitosa. Chi vorrebbe sbarrargli la strada non sarà mai capace di costruire muri

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