Torna Niccolò Fabi: «Un disco-terapia per i momenti no»

Torna Niccolò Fabi: «Un disco-terapia per i momenti no»
di Marco Molendini
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Giovedì 21 Aprile 2016, 22:16 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 15:49
Fare un disco come terapia, «un disco-medicina per i momenti di difficoltà, una coccola per chi ne ha bisogno». E se non è così, il nuovo album di Niccolò Fabi è sicuramente un viaggio nelle profondità dell'intimità, scritto, suonato e cantato tutto da solo nel suo studio di campagna in alcuni mesi di completo isolamento. Il risultato è, come dice il titolo, "Una somma di piccole cose", anzi di piccoli stati d'animo, raccontati con voce e chitarra con una semplicità e una delicatezza malinconica (a volte, involontariamente, perfino rabbiosa) e uno stile fuori dal tempo che rimanda ai canoni del cantautorato folk degli anni 70. Nove piccole, preziose canzoni che giocano sulla forza dell'ispirazione, destinate, sono parole di Niccolò, ad essere ascoltate «nelle stesse condizioni in cui le ho scritte, se hai bisogno di fare un viaggio dentro di te».

CONTROCORRENTE
Una proposta controcorrente e che, non a caso, arriva dopo un lungo periodo di esposizione, in particolare quella dei concerti in trio con gli amici Daniele Silvestri e Max Gazzè: «È stato una sorta di regalo che mi sono fatto in un momento in cui, grazie a questi ultimi anni di lavoro, ho avvertito di aver raggiunto la fase di massima attenzione da quando ho iniziato la mia carriera, insomma dai tempi di "Ecco", venti anni fa. E, da allora, sono sono convinto di essere molto migliorato, per aver fatto scelte che hanno tolto di mezzo molte cose che non mi appartenevano».

CONTINUITÀ
Un disco fatto di canzoni in assoluta continuità, dove non ci sono salti musicali, che raccontano l'amore (in "Una mano sugli occhi"), che parlano di disillusione e speranza nel brano che dà il titolo all'album, che affrontano anche argomenti di attualità come l'ambiente in "Filosofia agricola" («il tema ambientale ed energetico - è sicuro Niccolò - è il tema di questi anni e confesso la mia amarezza per l'esito del referendum sulle trivelle che ha messo in luce tutta la pochezza del teatrino italiano della politica»). C'è anche il fastidio della vita urbana in "Ha perso la città": «I locali modaioli frequentati solamente da bellezze tutte uguali, le montagne di immondizia, gli orizzonti verticali, le giornate a targhe alterne e le polveri sottili» canta Fabi, convinto sostenitore della salutare fuga esistenziale in campagna. E c'è anche una piccola cover di una band di Civitavecchia, "Le cose non si mettono bene", degli Hellosocrate.

SCONFITTE
Chiude l'album "Vince chi molla", canzone autobiografica, «riflessione su ciò che si prova quando si ha un attacco di panico», che si rifà al vecchio slogan neofascista boia chi molla, per rivoltarlo perché «le sconfitte vanno accettate, bisogna anche rinunciare alla perfezione». Niccolò andrà in tour da maggio (partenza Assisi il 18, tappa all'Auditorium a Roma il 22), accompagnato dalla band del cantautore Alberto Bianco, scritturata in diretta dopo una serata passata nel locale del Pigneto, 'Na cosetta.
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