Sanremo, fiori e barricate: apprensione per l’annunciata incursione di Grillo

Sanremo, fiori e barricate: apprensione per l’annunciata incursione di Grillo
di Marco Molendini
4 Minuti di Lettura
Lunedì 17 Febbraio 2014, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 10:14

Il Festival, si sa, ha un dono speciale: quello di attirare le polemiche. E, se da una parte tutti aspettano con una certa euforia il clamore che susciterà il blitz (confermato ieri) di Beppe Grillo (una manna dal cielo sul fronte dell’attenzione mediatica) con promessa di comizio e intervento dentro e fuori dall’Ariston (a fianco a lui Roberto Casaleggio), ecco che ci si mettono anche i cattolici più ferventi ad alzare il polverone. Annunciano (via Facebook e Twitter) veglie in concomitanza del debutto e anche un picchetto romano, convocato da un gruppo di Papaboys per oggi dalle 13 alle 14 davanti a viale Mazzini. Oggetto della levata di scudi è la presenza all'Ariston di Rufus Wainwright (in scaletta per mercoledì), definito «cantante blasfemo», mentre Fazio e la Littizzetto sono bollati come «burattini nelle mani di Satana».

PERICOLO RUFUS

Ora la colpa di Rufus, artista canadese che è comunque un gran personaggio della musica contemporanea, è di essere storicamente schierato sul fronte dell'impegno gay e di aver scritto (per la verità una decina d’anni fa) una canzone che ha un titolo fatto, ovviamente, per attirare l’attenzione, Gay Messiah, dove annuncia l'arrivo di un messia omosessuale.

Provocazione dalle tinte forti che si accompagna all’accusa (sempre dal fronte cattolico) di essere un acceso paladino dei matrimoni gay. E, in effetti, Rufus è sposato con Jörn Weisbrodt, direttore del festival d’arte di Toronto. Di più: Wainwright ha una figlia messa al mondo da Lorca Cohen, la figlia di Leonard Cohen, e la bambina vive con lui e il marito (e la cosa ha suscitato ulteriore scandalo negli ambienti del cattolicesimo militante).

Diciamo la verità, è assai difficile che Rufus possa ripescare dal suo repertorio quel vecchio pezzo, anche se continua a professare il suo orgoglio gay («Sto scrivendo un lavoro teatrale sull’amore fra l’imperatore Adriano e Antinoo raccontato dalla Yourcenar: è la più grande storia gay del mondo antico» ha detto di recente). In ogni caso l’Aiart, associazione cattolica di telespettatori, lancia un monito agli organizzatori («Facciano attenzione»), ricordando il reato di offese ad una confessione religiosa mediante il vilipendio, previsto e punito dall’articolo 403 del codice penale e il Regolamento del Festival che prescrive «esibizioni... non in contrasto con i principi del buon costume, ovvero in violazione di norme di legge o di diritti anche di terzi».

Fazio sa che la settimana che si apre oggi sarà una settimana di passione, fa parte del gioco. Anzi, è il necessario corredo a una settimana che ha bisogno, per funzionare, di tutti gli ingredienti possibili (per questo ha messo insieme un cast pieno di nomi: ci sono anche i presenter, personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport che hanno il compito di fare da padrini ai singoli big). Visto il clima, c’è già chi bersaglia il conduttore e direttore artistico con l'hashtag #Fabiostaisereno (che non si sa se sia di buon auspicio, visto il riferimento all’ex premier Enrico Letta). In ogni caso, Fazio ha messo insieme una serie di contromisure di alleggerimento preventive, come le anteprime di Pif, dieci minuti ogni sera, con la prima di domani intitolata a San Remo e San Romolo (riferimento al vero santo protettore della città dei fiori).

IL LATO B

Assicura il regista, scrittore, conduttore, testimone di Mtv: «Con la mia ironia ironica... irriverente e graffiante... cercherò di raccontarvi il lato B del Festival». Perfetto. Anche se alle contromisure si associano un paio di buone intenzioni, come quella proclamata di dedicare questo Sanremo alla «grande bellezza» del Paese e alla sua capacità di trascurarla e lasciarla deperire. Ci sarà, per questo, una sorta di clip, che metterà insieme una serie di immagini fra le quali ci dovrebbero essere quelle del treno bloccato, causa frana, ad Andora: è passato un mese e i collegamenti sono ancora interrotti. Le Ferrovie dello Stato si sarebbero energicamente opposte, vietando anche le riprese sia via terra che via mare.

IL LATO A

Quanto al lato A del Festival, ieri è stata la giornata dell’amarcord Laetitia Casta, tornata dopo 15 anni all'Ariston: «Fabio, finalmente eccoti» è andata incontro al conduttore l’attrice e modella, appena lo ha visto in sala. Poi si è messa al lavoro con lui e Lucianina Littizzetto, provando la sua esibizione destinata a condire la serata di domani fra prove di balletto (con tanto di coreografia) e canzoni (sperando che nel frattempo abbia imparato a cantare). Intanto ha cominciato a distribuire i pronostici la Snai: i più quotati sono Noemi e Francesco Renga.