Promosso dall’associazione culturale Altrosud, il progetto ha comportato anni di lavoro nell’intento di costituire una rete di archivi sonori che, su base regionale, potesse restituire alle comunità locali documenti particolarmente significativi delle proprie tradizioni musicali. Realizzato in collaborazione con le principali strutture di settore, dall’Accademia nazionale di Santa Cecilia al Centro di dialettologia ed etnografia di Bellinzona, con il concorso di numerosi ricercatori privati che hanno messo a disposizione i propri archivi e il contributo della Direzione generale per gli archivi del Mibact, delle regioni Basilicata e Puglia, il progetto si è progressivamente esteso a sei regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Marche, Puglia e Umbria.
Con circa 12.000 documenti già catalogati e immessi nel sistema di fruizione e altrettanto materiale già acquisito ma ancora da catalogare, la Rete degli archivi sonori si configura come una delle più rilevanti iniziative realizzate in Italia nell’ambito della valorizzazione dei patrimoni immateriali dopo la ratifica della relativa Convenzione Unesco da parte del nostro Parlamento.
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