Almamegretta, un tour «Controra». Raiz: «E' il nostro elogio alla lentezza»

Almamegretta, un tour «Controra». Raiz: «E' il nostro elogio alla lentezza»
di Davide Desario
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Giovedì 10 Ottobre 2013, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 19:14

Nel 2013 c’ stata la reunion, con il cantante Raiz che tornato a far parte stabilmente degli Almamegretta. Ma non solo. Gli Alamamegretta hanno partecipato a Sanremo e sfornato un nuovo album “Controra”. Per tutta l’estate hanno girato la penisola con il loro tour passando anche per Roma, al festival di Villa Ada, e questa sera concluderanno il Tour proprio tornando nella capitale per l’ultimo concerto al Piper.

Raiz,come mai questo bis romano?

«A Roma siamo molto affezionati. Abbiamo un pubblico molto fedele, negli anni. Da quando vent’anni fa, ormai, abbiamo cominciato a suonare abbiamo sempre avuto un pubblico numeroso. E nonostante il mercato della musica stia soffrendo a Roma continuiamo a registrare ottimi risultati».

Il vostro ultimo album si intitola Controra che in italiano vuol dire coprifuoco. Ma al Sud è l’ora del dopo pranzo... Perché questo titolo?

«Stavamo scrivendo uno dei pezzi più importanti e cercavo una parola giusta che contenesse la parola ora. Scorrendo un dizionario dei sinonimi, delle assonanze. E ho trovato controra... che era perfetto. Mi è piaciuta così tanto che è diventato il titolo del disco, che è un elogio alla lentezza, al prendersi il suo tempo».

È un album con meno dialetto napoletano e più italiano. Ma considerate le vostre conoscenze internazionali (dai Massive Attack agli Asian Dub) perché non fare un disco in inglese?

«È come se tradissimo la nostra identità. Sembra di scimmiottare gli altri. Noi già quando abbiamo cantato dei pezzi in italiano i nostri fan napoletani l’hanno presa come un tradimento, figuriamoci se cantiamo in inglese».

Agli esordi cantavate siamo tutti figli di Annibale, sangue mediterraneo», che effetto vi ha fatto vedere le immagini della tragedia di Lampedusa?

«Purtroppo poco effetto, nel senso che per noi non è una novità. Da quando abbiamo iniziato a suonare abbiamo affrontato il tema degli immigrati (Almamegretta vuol dire anima migrante ndr) delle culture che si parlano. Ora sono passati vent’anni. Gli stranieri in Italia si sono moltiplicati, sono ormai una componente fondamentale del Paese. Le immagini di Lampedusa sono terribili ma, ripeto purtroppo, non ci dicono niente di nuovo».

Ha parlato degli esordi. Quella tra Raiz e gl Almamegretta sembra una storia d’amore: vi prendete e vi lasciate in continuazione. Questa volta è quella buona?

«Ma in realtà noi siamo una grande famiglia. Uno viene, uno va. E poi torna. Non c’è mai stata rottura. Siamo sempre legatissimi è solo che ognuno di noi porta avanti anche altri progetti».

Cosa ne pensa dei cori razzisti che imperversano negli stadi italiani contro i tifosi napoletani?

«Io penso che le offese a Napoli siano solo luoghi comuni: terremotati, colera... Ma io vorrei sapere: questi ragazzini che gridano questi slogan allo stadio che ne sanno del colera che a Napoli c’è stato nel 1971? Io dico ai napoletani, capovolgiamo la situazione e facciamoci difensori di tutte le minoranze».

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