Adrian Belew, l'ex chitarrista dei King Crimson a Sanremo: «Ansioso di suonare in Italia»

Julie Slick, Adrian Belew e Tobias Ralph
di Enzo Vitale
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Lunedì 8 Febbraio 2016, 19:14 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 16:59
Un alieno a Sanremo. Stavolta i criticoni del Festival non hanno scuse, dovranno arrendersi e accendere la tv. Potranno assaporare tutta la tecnica di un mostro della sei corde appena sbarcato in Italia.

Il “mostro” è Adrian Belew  e nel corso del suo tour ha deciso di regalare una sua performance al Festival della canzone italiana. Duetterà giovedì sera, nel corso del Dopo-Festival, con Elio e Le Storie Tese proponendo due brani ormai entrati nella storia della musica: Elephant Talk  (King Crimson) e Heroes (David Bowie).

Lui fu scoperto in un bar di Nashville negli anni '70. Frank Zappa rimase così impressionato dalla sua tecnica che lo portò nel suo gruppo per un anno intero: dal 1977 al '78. E da allora Adrian Belew di strada ne ha fatta davvero tanta: da David Bowie ai Talking Heads, dai Nine Inch Nails ai Porcupine Tree. Ma il gruppo in cui ha passato gran parte della sua carriera professionale sono stati i King Crimson, la band inglese che ha dato vita al Rock Progressive nel 1969 (In the Court of the Crimson king, il disco caposaldo).

Nella formazione di Robert Fripp ci è rimasto dal 1981 al 2009, poi la separazione. Un giallo. Non si è infatti mai capito per quale motivo il Re cremisi non lo abbia “assunto” nell'ultima super-formazione.

Ora il chitarrista statunitense (è nato a Covington, nel Kentucky, 57 anni fa), ha iniziato il suo tour europero con il Power Trio: Julie Slick al basso,  una delle migliori giovani specialiste dello strumento, e Tobias Ralph alla batteria.

In Italia sono previsti ben 4 concerti: stasera 9 febbraio al Blue Note di Milano, mercoledì 10 all'Auditorium Parco della Musica a Roma, venerdì 13 al BreakLive di Ascoli Piceno e sabato 13 al Viper di Firenze.

Siamo riusciti a prenderlo tra un aereo e l'altro a Copenaghen, dopo l'entusiasmante serata ad Helsinki.

Mister Belew, da Zappa a Bowie, dai Porcupine Tree ai King Crimson. Dopo tutte queste esperienze, che tipo di musicista crede di essere diventato?
«Spero di essere diventato me stesso! A dire il vero le influenze più importanti sono venute durante la mia adolescenza. Nel corso degli anni ho collaborato con tutti i grandi artisti. Ho avuto fortuna, il lavoro non mi è mai mancato. Quelli che ha citato sono stati comunque la ciliegina sulla torta».

In Italia farà quattro date e sarà anche ospite al Festival di Sanremo, conosceva il nostro Festival?
«No, non lo conoscevo, ma sono felice di partecipare come ospite a una serata. Considero l'Italia uno dei miei posti preferiti in tutto il mondo. Amo soprattutto la sua cultura, il cibo, l'arte, la musica e le persone. Sono sempre ansioso di suonare qui».

Come si vedrebbe nell'attuale formazione dei King Crimson?
«Ho trascorso 33 anni come componente dei King Crimson. Sarà sempre la band che mi rimarrà più cara. Non dico altro».

Perché un tour con un trio?
«Ritengo che una formazione a tre sia il veicolo perfetto per la mia musica, ciascun musicista ha un grande ruolo e questo per me è molto eccitante».

Il Rock Progressive avrà un futuro?
«Ovviamente sì. Ora più che mai».

Lei è americano, come è arrivato a questo tipo di musica?
«Anni fa un mio amico mi fece ascoltare un disco del Re cremisi, e da allora quel tipo di musica mi ha conquistato».

Qual è il pezzo musicale che attualmente la prende di più?
«I miei gusti cambiano continuamente. Il pezzo al quale ora sono più affezionato è quello che suoniamo dal vivo, si chiama B».

Solita domanda, progetti per il futuro?
«Sto terminando un lavoro, una serie di registrazioni per un disco che si chiamerà Flux, una sorta di colonna sonora che mi impegnerà almeno per 18 mesi. Ma naturalmente il mio impegno prioritario è il tour per il mondo con il Power Trio».

Perché molti artisti di fama internazionale chiedono la sua collaborazione?
«Forse perchè mi adatto facilmente a diverse situazioni musicali, probabilmente piaace il mio stile e lo vogliono nella loro musica».

È vero che uno dei momenti che non dimenticherà mai è stato il concerto al Paradise di Amsterdam con la Metropole Orkest? «Sì, è vero. Come fa a saperlo? È stato allo stesso tempo sublime e spaventoso! Avevo sognato tutta la mia vita di suonare la mia musica con un'orchestra. E' stata davvero una meravigliosa esperienza».

Grazie mister Belew, l'aereo la aspetta. Benvenuto in Italia!

Chiunque volesse seguire le performance e il diario di Adrian Belew Power Trio in giro per il mondo, potrà farlo collegandosi al sito di Progressivamente

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