Roma, al Macro l'esistenzialismo di Ugo Rondinone

Roma, al Macro l'esistenzialismo di Ugo Rondinone
4 Minuti di Lettura
Venerdì 24 Giugno 2016, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 19:03

Fu un architetto siriano di origine greca, Apollo di Damasco, a disegnare il progetto di quello che si è creduto fino ad oggi la prima shopping mall della storia datata più o meno 100 d.C.. Stiamo parlando dei mercati dell’Imperatore Traiano a Roma all’interno del complesso dei Fori Imperiali. Apollo fu il favorito dell’Imperatore, il grande ingegnere artista e architetto per lui non solo costruì il primo ponte sul maestoso Danubio (smantellato poi da Adriano per questione di difesa dalle invasioni barbariche), ma concepì interamente il progetto dei famosi Fori Imperiali dove si trovano i mercati.

Qui ai Mercati di Traiano nell’anno 2016 d.C. si apre una parte della mostra intitolata “Giorni d’oro Notti d’argento” che si è aperta il 9 giugno al M.A.C.R.O. e proseguirà fino all’11 settembre, mostra di un noto artista tra i più brillanti sulla scena contemporanea: Ugo Rondinone.

 
Disposti a semicerchio lungo la linea dell’esedra dei mercati, sono stati collocati degli ulivi in alluminio dipinti di un bianco lunare, che accendono di luce lo scenario delle antiche rovine romane. È un teatro alquanto desolato quello dipinto dall’installazione, che resta suggestivo e di notevole impatto. Gli ulivi non danno frutti, non hanno foglie, sono bianchi, privi di colore. L’artista vuole ripercorrere cinque fasi lunari che lui identifica come luna d’inverno, luna da fame, luna di vento, luna di primavera, luna di fiori. Ulivi maestosi dai grandi rami che si abbracciano, oppure magri e secchi che si stagliano come stallagmiti verso l’alto, ulivi proporzionati o dal tronco possente.

Rondinone all’opera già da qualche anno su queste sculture, sceglie ulivi millenari come calco. Realizza poi le opere in alluminio e li dipinge di smalto bianco opaco. Gli ulivi trovati e scelti dall’artista sono ulivi italiani, lucani per la precisione, di Matera, luogo di origine dei genitori dell’artista nato in Svizzera. Natura, romanticismo, esistenzialismo, i tre punti intorno ai quali ruota il suo lavoro. Un ritorno al passato, una vena di nostalgia, un tocco estetico delicato e melanconico. Come melanconiche sono le sculture esposte al M.A.C.R.O., il museo di arte contemporanea di Roma, altro esempio di grande architettura romana nella sua archeologia industriale.

In questa altra installazione dal nome “Vocabulary Of Solitude”, troviamo dei pagliacci in scala reale a grandezza umana, che rappresentati in varie posizioni, raccontano la giornata fatta di ventiquattro ore, che Rondinone sintetizza in quarantacinque attività/posizioni domestiche: dormire, sognare, svegliarsi, fare la pipì, sedersi, alzarsi, camminare, fare la doccia, mangiare, leggere etc….dando vita ad un ciclo continuo di un’intera giornata e ripercorrendo le posizioni comuni che un essere umano assume ciclicamente durante le ventiquattro ore.

Un gioco schizofrenico, dove dai colori dominanti e accesi dei pagliacci e la loro idiosincrasia onirica, si passa al candore, alla purezza e alla neutralità del bianco e l’immutabilità e l’immobilità degli ulivi millenari. Angoscia, solitudine, desolazione, riflessione, sempre chiusi in un eterno vizioso ciclo. Dall’uomo pagliaccio, scioccamente prigioniero, radicato nel mondo materiale dove pare essersi dimenticato della propria coscienza, alla sublimazione del sentimento di appartenenza a luoghi ideali e lontani.

“Da qui, fino a qui” avrebbe detto Sant’Agostino e chiudo con una citazione di un grande esistenzialista come Jean Paul Sartre dal suo libro La nausea: “Gli oggetti sono cose che non dovrebbero commuovere perché non sono vivi. Ci se ne serve, li si rimette a posto, si vive in mezzo ad essi: sono utili e niente di più. E a me commuovono ed è insopportabile. Ho paura di venire a contatto con essi proprio come se fossero bestie vive.”

L’esposizione è promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata da Ludovico Pratesi è stata organizzata con il supporto delle gallerie Sadie Coles HQ (Londra), Gladstone Gallery (New York-Bruxelles), Galerie Eva Presenhuber (Zurigo) e Esther Schipper (Berlino).

© RIPRODUZIONE RISERVATA