Roma, ragazzi bivaccano tra i reperti archeologici del Macro di Testaccio. Il presidente del Palaexpo: «Era una performance»

Roma, ragazzi bivaccano tra i reperti archeologici del Macro di Testaccio . Il presidente del Palaexpo: «Era una performance»
di Laura Larcan
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Domenica 18 Aprile 2021, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 17:36

Si fa presto a dire picnic all'aperto, quando si mangia, si beve e si prende persino il caffè (con tanto di macchinetta) seduti comodamente su reperti millenari, tra colonne e frammenti di decorazioni architettoniche antiche in un'area recintata del Mattatoio di Testaccio, all'ombra dei padiglioni di archeologia industriale. Lo strano bivacco è andato in scena ieri, all'ora di pranzo, quando numerosi ragazzi sono entrati in una zona usata come deposito all'aperto della Sovrintendenza capitolina per godersi panini e bibite al sole.


Il Macro

Siamo all'interno dell'ex Mattatoio, complesso monumentale in consegna al Comune di Roma e in parte riqualificato con i famosi spazi espositivi del Macro Mattatoio gestiti dall'azienda speciale Palaexpo.
Una situazione che non ha lasciato indifferenti alcuni passanti che hanno provato a chiedere spiegazioni. «Possibile che si possa mangiare e bere tranquillamente, così, arrampicati sui reperti archeologici?». Sul posto, insieme ai giovani, era presente Cesare Pietroiusti, presidente del Palaexpo nonché artista performer, noto per le sue azioni d'arte sul tema del denaro e delle banconote.

Cosa stava accadendo?


La colazione sull'erba

I ragazzi di quel Déjeuner sur l'herbe, per dirla con Manet e rimanere in tema artistico, erano studenti di un master della Facoltà di Architettura di Roma Tre (che al Mattatoio ha alcuni spazi) organizzato insieme al Palaexpo sul tema arti performative e spazi comunitari.
Interpellato dal Messaggero Pietroiusti ha specificato: «L'attività svolta al Mattatoio è stata organizzata in maniera estemporanea e non è stata chiesta preventivamente alla Sovrintendenza capitolina l'autorizzazione, comunque io e il professore Francesco Careri docente di Architettura di Roma Tre e condirettore del master eravamo presenti in loco, e ci siamo personalmente accertati che le attività non fossero lesive dei reperti archeologici. Anzi, gli studenti preventivamente avevano ripulito l'area dal degrado. Dal canto suo la sovrintendenza ha potuto già verificare che l' attività e la presenza degli studenti non hanno arrecato alcun danno ai reperti archeologici stessi».


Il pranzo sfuggito di mano

Che il picnic estemporaneo sia un po' sfuggito di mano? Lo spettacolo d'altronde era quello di un disinvolto bivacco tra resti antichi, con i ragazzi a cavalcioni di colonne marmoree, seduti amabilmente su frammenti di antiche trabeazioni, con il pranzo apparecchiato direttamente sui reperti, tra bicchieri pieni di bibite e panini, briciole e carte, lattine e caffettiere fumanti. Persino il caffè ha completato il pasto. Insomma, uno scenario insolito. «Ammetto che può fare effetto il mangiare sul reperto antico, sono il primo a riconoscere che questo genere di cose non dovrebbe accadere - commenta Pietroiusti - Ma tutto si è verificato senza provocare danno e i ragazzi hanno ripulito tutto».


La ricostruzione

Secondo la ricostruzione dei fatti, tutto sarebbe nato da una lezione stessa del master. Consumare il panino sui resti antichi come fosse una «performance in uno spazio comune». Tant' è.
Siccome le misure di sicurezza in funzione anti-Covid hanno limitato le possibilità di svolgere i laboratori all' interno degli spazi universitari, si è scelto ieri, in un sabato mattina riscaldato dal sole, di spostare le attività all'aperto. E un momento clou del master è stato proprio quello di consumare in silenzio un panino in un' area del Mattatoio dove ci sono reperti archeologici. «Mi prendo tutta la responsabilità di aver portato gli studenti - ribadisce Pietroiusti - la nostra è stata una riflessione sul mangiare silenzioso, e per questo abbiamo scelto un'area del Mattatoio con valenza simbolica».
Quando si dice la performance.

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