Trovate venti poesie inedite di Neruda, nuovo libro postumo

Pablo Neruda
di Emanuela Fontana
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Martedì 2 Dicembre 2014, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 19:38
Aveva scritto i versi sui menù dei ristoranti e sui biglietti degli spettacoli musicali, così come la sua mente li portava alla luce, sul retro di buste postali e fogli di vecchi quaderni sparsi. E per questo si erano persi nelle migliaia di carte conservate dopo la sua morte. Ora la Fondazione Pablo Neruda di Santiago annuncia di aver trovato un nuovo tesoro del Nobel cileno: 21 poesie inedite appena pubblicate in Cile da Seix Barral e a gennaio in Spagna.



Tutto è partito nel 2011, quando il direttore della Biblioteca e degli archivi della Fondazione, Dario Oses, ha deciso di dedicare un gruppo di lavoro alla catalogazione minuziosa di tutte le carte di Neruda, anche quelle apparentemente senza valore. Era come se quei versi “si fossero mimetizzati tra le migliaia di fogli e le centinaia di migliaia di parole” del poeta, racconta Oses, per “mantenere fino ad ora la loro condizione di inediti.



L’esordio della collezione è avvenuto naturalmente in Cile, con il titolo “Tus pies toco en la sombra y otros ineditos”. Ora la Spagna, primo Paese europeo, si prepara a rilanciare per il 15 gennaio il sorprendente, inedito ultimo libro postumo del poeta cileno. Secondo la prima ricostruzione degli studiosi, la poesia più datata è quella che si intitola “A los andes, scritta alle 12.30 del 26 aprile di un anno non precisato, ma che la Fondazione identifica nel 1952, quando “Neruda torna in Cile dal suo esilio”.



Nell’inedito il poeta esalta il paesaggio del suo Paese e lo stato d’animo che la visione delle Ande gli suscita. Molte poesie inedite sono scritte in verde, colore amato da Neruda, su menù dei ristoranti e biglietti degli spettacoli musicali che si svolgevano sulle navi su cui viaggiava. La raccolta arriva fino alle settimane precedenti la sua morte. E infatti, oltre all’amore per il suo Paese, e all’amore come sentimento dominante della sua poesia (sei poesie sono dedicate alla terza moglie, Matilde Urutia), gli inediti percorrono anche i giorni della sofferenza e della malattia, quando Neruda viveva chiuso nella sua stanza.