Salone del libro, chiusura con numeri da record. Poche star, ma tanto pubblico

Salone del libro, chiusura con numeri da record. Poche star, ma tanto pubblico
di Renato Minore
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Lunedì 12 Maggio 2014, 22:53 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 15:54
Quasi un migliaio di persone in coda. E non si sa se per Niccol Ammaniti o per il re del crime contemporaneo, Joe Lansdale, in dialogo con lui.

Ma altrettante erano per la conversazione lieve, spesso arguta, sempre profondissima tra Magris e Ravasi che si confrontavano sulla comunicazione della fede nella società di oggi. E poco di meno (ma non troppo) erano pronti, in tempi che hanno bisogno di un approccio anche creativo alla complessità della scienza, ad ascoltare Douglas Hofstadter, il mitico mister Geb di "Godel, Escher e Bach". Tre esempi di audience eccezionale dall’immensa offerta della ventisettesima edizione del Salone del Libro, chiuso ieri sera con il collaudato mix di pop e di altre culture, parlando di sport con Giovanni (senza Aldo e Giacomo), della bellezza che educa il mondo, dell’intolleranza religiosa, addirittura del Che allenatore di calcio.



Declinato secondo temi e suggestioni tanto diverse e allestito nell’immensa libreria di migliaia di metri quadrati, il palinsesto del Lingotto ha ben funzionato nel senso del richiamo, della forza di attrazione, della seduzione assai disseminata dei temi. Il bilancio registra quasi trecentoquarantamila presenze, con un incremento del tre per cento rispetto al 2013. Anche se, rispetto alle precedenti edizioni, tranne pochissime eccezioni e qualche ”immancabile” buono per ogni stagione, erano assenti i grandi scrittori internazionali, quelli che hanno animato altre edizioni. E, tra i dibattiti, c’era il ricorso anche eccessivo alle solite star televisive e massmediatiche che scrivono libri (e quanti cantanti hanno saltato ormai il fosso e si godono l’usufrutto!). In compenso alcuni scrittori (come Paolo Giordano o Francesco Piccolo) hanno trasformato l’incontro in un piccolo show, con il reading di un attore e con un vero spettacolo.



Due anni fa c'era molta meno gente e si è venduto molto meno, l'anno scorso c'era tanta gente ma ha comprato poco. Quest'anno c'era tanta gente che ha comprato molto, lo dicono. L’incremento è stato tra il dieci e il venti per cento tra grandi e piccoli editori. Si è registrato un clima di vivacità e di maggior fiducia. I lettori sono più consapevoli, comprano di più, ma magari vanno a colpo sicuro.



Al primo posto per Rizzoli La casa nel bosco di Francesco e Gianrico Carofiglio. Susanna Tamaro, è stata la più venduta per Bompiani con il suo Illimitz Licia Troisi con Pandora e Ferzan Özpetek con Rosso Instanbul sono la coppia d’assi per Mondadori In pole position per il gruppo Gems Un'idea di destino, il libro che raccoglie i diari inediti di Tiziano Terzani, e per Adelphi Abbecedario di un pianista di Alfred Brendel.



Ma non sono le vendite del Salone che risolvono la crisi. Però come cura ricostituente il fenomeno funziona, sono le vitamine di primavera del libro, che fanno sempre bene. Lo sono nel mare tempestoso di un'Italia dove (sono questi dati diffusi in apertura) nel resto dell'anno si legge poco o niente, le librerie chiudono e si acquistano (nel 2013) due milioni e rotti di libri in meno. La gran sagra culturale torinese, invece, va in controtendenza, rimarcando, ancora una volta, che i libri si possono vendere se sono collocati in una situazione assai vario e ricco di proposte che vanno anche oltre il libro medesimo. La kermesse del 2014 passerà agli archivi per essere stata nobilitata, in spirito e immagine, dalla presenza del Vaticano. E per la presenza degli editori cinesi che hanno invaso il Lingotto con molti acquisti di diritti e opzioni con cui si aprono prospettive in un mercato tutto da sperimentare.



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