Uffizi, scoperto un misterioso ritratto di Romolo: nascosto da secoli nella soffitta di Palazzo Pitti

Uffizi, scoperto un misterioso ritratto di Romolo: nascosto da secoli nella soffitta di Palazzo Pitti
di Laura Larcan
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 13:18

Anche i Medici fiorentini avevano il “loro” Romolo, il primo re di Roma. Se lo immaginavano con una folta barba, il naso pronunciato, lo sguardo fiero, la pelle olivastra, con il capo cinto di alloro e il busto nobilitato da una morbida pelliccia. Come appare nel ritratto dipinto su tavola alla metà del ‘500 da Cristofano dell’Altissimo, raffinato allievo del Bronzino. Un ritratto di cui s’era persa memoria, rimasto nell’oblio da secoli. E che invece è riemerso nascosto in un angolino della soffitta di Palazzo Pitti. All’inizio quell’uomo ritratto era un mistero, anonimo il soggetto così come l’autore. C’è voluta una complessa operazione di indagine tra le carte d’archivio, curata da Alberica Barbolani da Montauto e Maria Matilde Simari, per fare luce sulla tavola.

Quello che avevano di fronte era il Ritratto di Romolo perduto, realizzato alla metà del Cinquecento per la serie di dipinti dedicati agli “Uomini illustri” commissionata dal Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici. Quest’opera firmata dal discepolo dei sublimi Bronzino e Pontormo, Cristofano dell’Altissimo, faceva parte della collezione conosciuta col termine di “Gioviane”. «Si chiamano così perché Cosimo, per realizzarla, inviò nel 1552 l’allora giovanissimo Cristofano a Como, a copiare i ritratti originali di personalità storiche nella villa del vescovo Paolo Giovio», racconta il direttore degli Uffizi Eike Schmidt.

Una raccolta oggi esposta in ordine cronologico al secondo piano degli Uffizi.

 

Ebbene, a questa parata di celebrità della storia mancava Romolo. «Abbiamo fatto questa scoperta nell’ambito di una sistematica ricognizione di tutti i ritratti della nostra collezione che fa parte di un studio sulla raccolta delle Gioviane - precisa Eike Schmidt - i risultati di questa indagine diventeranno un libro che sarà pubblicato nei prossimi mesi». Siamo di fronte ad uno dei primi ritratti di uomini illustri voluti da Cosimo.

Perché proprio Romolo? «Perché la figura di Romolo è considerata simbolicamente un precursore del potere mediceo - commenta Schmidt - Romolo era talmente importante per la famiglia da costituire il secondo nome dello stesso Cosimo, di sua madre Maria (Romola) Salviati, una delle figlie di Lorenzo il Magnifico, e persino della lontana cugina Caterina de’ Medici, regina di Francia».

La sorpresa di Romolo non è isolata: grazie ad una meticolosa ricerca storico-documentaria sono stati identificati anche altri due ritratti ritrovati nella soffitta di Palazzo Pitti, ritenuti perduti da quasi cinquecento anni: Silla ed Enrico VIII da giovane. Fino ad oggi, queste tavole non erano state riconosciute come “gioviane” e risultavano attribuite ad “autore ignoto del XVI sec.”.

Lo studio dello stile, confrontato con le fonti storiche e le carte d’archivio, ha consentito di ricondurre le opere alla mano di Cristofano dell’Altissimo. «Non a caso nei carteggi del Granduca con il giovane artista che, nelle epistole viene chiamato “pittorello” per la sua giovane età, Cosimo si riferisce a Silla mixando il latino con il fiorentino contemporaneo e denominando il militare romano “Silla dittator per parecchio”», aggiunge Schmidt. Il prossimo passo è la valorizzazione. Il restauro e l’esposizione insieme alle altre “Gioviane”: «In particolare - precisa Schmidt - Romolo e Silla, essendo i personaggi più antichi, occuperanno le prime posizioni della collezione, insieme al re persiano Artaserse».

La collezione delle “Gioviane” «è la prima, più grande e storica collezione di ritratti a “mixare” professioni diverse, realizzata senza tenere conto dei confini geografici», avverte Schmidt. La riscoperta dell’immagine di Romolo si inserisce in una vasta strategia di valorizzazione della statuaria classica dei Medici. «Stiamo lavorando a realizzare un corridoio di bassorilievi classici a corredo delle sale del Cinquecento per rendere evidente quanto la pittura cinquecentesca sia debitrice ai modelli romani - annuncia Schmidt - E per il futuro è prevista la collocazione della statuaria antica al piano terra: l’inizio del percorso museale una volta che nel 2024 il cantiere dei nuovi Uffizi sarà stato completato».

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