Figlia del grande regista Roberto Rossellini e di Ingrid Bergman, alla quale è dedicato quest’anno il manifesto del Festival, Isabella ha debuttato nel cinema come costumista prima di diventare attrice nel film “Il prato” dei fratelli Taviani, nel 1979. Poi ha girato “Il sole di mezzanotte” di Taylor Hackford (1985), “I duri non ballano” di Norman Mailer (1987), “Oci ciornie” (1987) di Nikita Mikhalkov, “Blue Velvet” (1986) e “Cuore selvaggio” (1990) di David Lynch incarnando sempre personaggi di donne misteriose e torturate. Isabella è stata anche diretta da Abel Ferrara e James Gray. Nel 2010 ha girato in Italia “La solitudine dei numeri primi” di Saverio Costanzo.
Nel 2008, incoraggiata da Robert Redford, si è lanciata nella regia di una miniserie sulla riproduzione, la seduzione e i comportamenti materni nel mondo animale: “Green Porno”, “Seduce me” e “Mammas”, piccoli film densi di ironia, sono stati prodotti da Sundance tv. L’attrice ha anche portato in teatro “Bestiario d’amore”, scritto da lei con Jean-Claude Carrière.
Al Festival di Cannes, Isabella Rossellini parteciperà all’omaggio a sua madre assistendo alla proiezione di “Ingrid Bergman, in Her Own Words”, un documentario di Stig Björkman in programma nella sezione Cannes Classics. E lancerà il suo “Ingrid Bergman Tribute” per il centenario della madre. Lo spettacolo messo in scena da Guido Torlonia e Ludovica Damiani, mischierà la sua autobiografia e le lettere tra la grande attrice e Rossellini e verrà rappresentato in tutto il mondo.
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