Tutti in piedi per Sofia: «Io un mito? Non ho mai pensato di esserlo»

Tutti in piedi per Sofia: «Io un mito? Non ho mai pensato di esserlo»
di Gloria Satta
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Mercoledì 21 Maggio 2014, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 21:45

Vede Mastroianni sui manifesti del Festival e si commuove: Meno male, c’ anche lui, esclama Sofia Loren appena sbarcata a Cannes.

«Quanti ricordi belli: i tredici film girati insieme, le barzellette di Marcello, la sua eleganza... Per vent’anni abbiamo lavorato e ci siamo divertiti». Bagni di folla, occhi lucidi, standing ovation in sala, l’omaggio di Jane Campion, Hazanavicius, Dardenne, Frémaux, Jacob: il Sofia Day è un trionfo. E la diva lo assapora abbracciando il figlio Edoardo Ponti che l’ha diretta nel film La voce umana, evento speciale del Festival, proiettato ieri sera prima di Matrimonio all’italiana appena restaurato dalla Cineteca di Bologna. Oggi pomeriggio la Loren terrà una masterclass che si prevede affollatissima. «Mamma mia, e che devo fare? Mica dovrò rievocare la storia del cinema dai Lumière a oggi!», si chiede alla vigilia sorridendo. «Spero che mi facciano le domande, altrimenti mi arrangerò. Come al solito».

IL FILM

Bellissima al mattino con un abito blu elettrico che fa risaltare le sue gambe leggendarie, stivaletti di lurex, a quasi ottant’anni (li compirà il 20 settembre) Sofia continua a sentirsi «sotto esame» e si è rimessa in gioco: nel film di Ponti, ispirato al celebre monologo di Cocteau, interpreta una donna al telefono con l’amante che l’ha lasciata. La cinepresa accarezza il suo volto espressivo che passa dalla struggente nostalgia per i momenti di passione (lui, Enrico Lo Verso, compare nei flashback) alla speranza di riconquistare l’uomo fino alla disperazione dettata dalla certezza di averlo perduto per sempre.

«È stata una prova difficilissima», racconta Sofia, «che ha richiesto sei settimane di prove, come a teatro. Non potevo certo improvvisare... La voce umana è un banco di prova per tutte le attrici. Hanno interpretato il monologo la Magnani, la Bergman, la Thulin e io ci pensavo da tanti anni. Grazie a mio figlio, eccomi qui». Che regista è stato Edoardo? «Meraviglioso, attento, sensibile, sempre pronto a imbarcarsi nelle imprese più difficili: perché sa di avere i mezzi per vincere ogni sfida», assicura mamma Sofia.

IL MITO

Come convive con il suo mito? «Benissimo, perché non ho mai pensato di essere un mito», risponde la Loren. A Cannes ha ripetuto di avviarsi al fatidico compleanno degli ottanta (fa otto con le dita, ridendo) «con gioia, in buona salute e con un’energia che mi spinge a fare ancora tante cose, imparare non mi basta mai». L’Italia, dalla Svizzera dove vive, le appare «come un Paese bellissimo, che spero si riprenda presto anche se la crisi riguarda il mondo intero e si soffre ovunque. Ma non parlo di politica, non mi compete», spiega Sofia che domenica non voterà. E rivela di avere un sogno nel cassetto: «È una cosa importante che non ho mai fatto e mi piacerebbe tanto provare». È facile pensare al teatro che, «per timidezza», l’attrice non ha mai affrontato nella sua lunga carriera benedetta da due Oscar. Vuoi vedere che debutta in scena a ottant’anni?

Molto emozionato, a Cannes, è anche Lo Verso, già protagonista del corto di Ponti Il turno di notte lo fanno le stelle arrivato l’anno scorso in pre-finale all’Oscar. In più di una scena della Voce umana lo vediamo baciare appassionatamente Sofia. Che effetto gli ha fatto? «All’inizio ero imbarazzatissimo, poi sul set la professionalità della Loren mi ha dato sicurezza, mi ha aiutato a vincere la soggezione», racconta l’attore. È stato lo stesso Edoardo a volerlo nel film accanto alla mamma. «Mi ha spiegato», racconta Lo Verso, «che non avrebbe permesso a nessun altro di baciarla».

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