Gordon, youtuber dai capelli rosa: fa impazzire un milione di donne

Gordon, youtuber dai capelli rosa: fa impazzire un milione di donne
di Simona Orlando
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Lunedì 6 Novembre 2017, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 12:46

«Ormai da un anno anche a casa mi chiamano Gordon», ma all'anagrafe lui è il milanese Yuri Sterrore, fenomeno del web con quasi 1 milione e mezzo di iscritti sulla sua pagina Facebook, un pubblico al 96 per cento femminile, che intrattiene ironizzando sulle donne e con le donne, non più adolescenti. Sono quelle del Ciao Amo e del sushi, raccontate nella sua serie Le ragazze quando declinata in ogni situazione e paturnia, quando chattano, guidano, comprano le scarpe, preparano la valigia.

Video da 7 milioni di views e 50mila commenti a botta.
Molto Flash questo Gordon, ex studente di Economia bancaria che, nel 2016, in 6 mesi, ha fatto boom e le sue fan aumentano di 10 mila a settimana: «Ho inventato il format in camera, con immancabile parrucca perché per le ragazze i capelli sono sacri. Nessuno raccontava le donne fra i 20 e i 45 anni, ci ho pensato io. Parlo il linguaggio delle universitarie, che si riconoscono, mi suggeriscono storie. Le madri si divertono perché nei miei video rivedono le figlie.
 



Le femministe mi odiano perché non hanno capito che le mie vittime sono gli uomini». Non vuole essere chiamato youtuber: «Ho 27 anni e su Facebook ho un programma, il Punto G, dove intervisto donne adulte su temi seri e ho 200 mila contatti in mezz'ora. Perciò, per me, sono un artista, ma se lo dico in Italia mi linciano».
Un altro incompreso dalla generazione pre-internet, che non accetta le figure lavorative nate sul web: «Dovrebbero sostenerci, non criticarci. Noi sfruttiamo solo i mezzi della nostra epoca. Senza internet saremmo disoccupati, dipendenti a vita dai nostri genitori».
L'INFILTRATO
Ha già pubblicato per Mondadori Il sogno che non avevo, e per due volte si è infiltrato come reginetta al concorso di Miss Italia facendo subito tendenza su Twitter. Non è un cantante, Gordon, ma il brano Si sboccia poveri è stato un tormentone, insieme a Non fare la sottona: «Traduco: La sottona è la ragazza che ci ricasca sempre con lo stesso tipo. I due pezzi erano slogan per fidelizzare il mio pubblico e sono finiti primi su Spotify, quinto su iTunes. Surreale».

Come quello che gli accade quando esce dalla stanza: «In strada mi fermano da Milano a Napoli, nei locali si crea il panico. Strano per me che non sono mai stato fan di nessuno, ho sempre lavorato: cameriere, dog-sitter, assicuratore, pizza-man vestito da fetta di margherita». Difficile spiegare che si tratti di vero mestiere: «Se non ti alzi alle 6 del mattino e ti spacchi la schiena, ti considerano un nullafacente. Io lavoro 20 ore al giorno, devo sempre stare on line, anche ad agosto, altrimenti non esisto. E la responsabilità di errori e successi è solo mia. Non guadagno tanto sulle views ma sugli inserimenti pubblicitari nei video. Non faccio marchette. Pubblicizzo un film o uno shampoo solo se non mi rovina lo sketch. Con un milione di follower si guadagnano dai 5 mila ai 10 mila euro a video. E poi ci sono le serate in discoteca, oltre 200 in meno di due anni, il mio è il primo vero tour di una webstar».
Così ha reagito alla depressione, dopo un anno chiuso in casa: «Crisi nera, tutto era impossibile. Quando mi dissero Uno su un milione ce la fa, ho voluto credere di essere quell'uno».

Il futuro? «Voglio portare il Punto G in tv, magari partecipare a Pechino Express con mia madre, ho pronto un brano-bomba, la base è di un personaggio grosso della musica. E poi giuro che a 50 anni non me la prenderò con i ragazzini che sapranno usare gli ologrammi molto meglio di me».
 

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