Luna, ecco Lgwa: il nuovo progetto italiano che vuole misurarne le onde gravitazionali

(Un immagine ad alta risoluzione della Luna con la simulazione dei quattro sismometri LGWA. Credits: Joris van Heijningen (UCLouvain)
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Lunedì 22 Marzo 2021, 18:29 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 17:41

E’ possibile rilevare le onde gravitazionali anche sulla Luna? Questa è la sfida proposta dal team internazionale di scienziati e ingegneri guidato da Jan Harms, professore al Gran Sasso Science Institute e ricercatore associato INFN, che coordina la collaborazione per la realizzazione di un’antenna di onde gravitazionali lunare, la Lunar Gravitational-Wave Antenna (LGWA).

«Abbiamo sottomesso il nostro progetto all’attenzione dell’ESA – European Space Agency e della NASA National Aeronautics and Space Administration, come uno degli obiettivi di una futura missione lunare - spiega Jan Harms- che potrebbe così offrire a questa entusiasmante idea la possibilità di concretizzarsi» .La proposta, presentata nello studio pubblicato su Astrophysical Journal, è di rendere la Luna stessa parte di un rivelatore gravitazionale sfruttando la sua intrinseca risposta alle onde gravitazionali.

(Jan Harms è Professore Associato presso l'Istituto Scientifico del Gran Sasso)

“Costruire qualcosa di complesso come un rilevatore di onde gravitazionali sulla Luna è un'impresa estremamente impegnativa. È  necessaria la collaborazione e il coinvolgimento di diversi soggetti e competenze ”, afferma Jan Harms a capo del team composto da oltre 80 scienziati in Italia, Belgio, Olanda, Stati Uniti, Danimarca e poi Svizzera e Regno Unito. Le tecnologie impiegate per la realizzazione di un’antenna lunare per le onde gravitazionali, posta al polo sud del satellite in condizioni ambientali ottimali, potrebbero aprire nuovi scenari per l’astrofisica.  

"C'è un grande potenziale per future scoperte rivoluzionarie - commenta Roberto Della Ceca, direttore dell'Osservatorio Astronomico INAF di Brera - Saremmo in grado di vedere segnali da sistemi binari compatti costituiti da nane bianche galattiche fino a enormi buchi neri a distanze cosmiche".

 (La localizzazione ipotizzata per il lander con LGWA sulla superficie lunare)

IL PROGETTO

Il progetto sta ora entrando in una fase di analisi e valutazione dettagliate delle tecnologie scientifiche impiegate e del loro sviluppo. “Certo, alcune sfide sono ancora da superare.

Ma c’è un costante e rinnovato interesse per la Luna da parte di tante nazioni e agenzie spaziali. L'eccezionale esperienza acquisita in Europa e soprattutto in Italia per le tecnologie e le esplorazioni nello spazio giocano a nostro favore”, conclude Jan Harms.  “Verificare la fattibilità ingegneristica della missione e i requisiti dati dagli esperimenti scientifici, come ad esempio saper collocare e muovere opportunamente i sismometri sulla superficie lunare, è una delle maggiori sfide affrontate” spiega Giuseppe Morsillo, presidente del CIRA.

GLI ENTI DI PROVENIENZA DEL TEAM DI ESPERTI

Il team che ha pubblicato lo studio su LGWA è attualmente composto da esperti provenienti da: GSSI - Gran Sasso Science Institute,  INFN - Laboratori Nazionali del Gran Sasso, INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica, INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Università degli Studi di Firenze , Sapienza Università di Roma, Space Boy Station srl, CIRA – Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, Osservatorio Polifunzionale del Chianti, Università d’Annunzio di Pescara, Università di Padova, Università di Bologna in collaborazione con altri gruppi di ricerca americani ed europei.

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