Il cervello umano funziona anche dopo la morte: sono stati scoperti dei "geni zombie" che aumentano la loro attività quando tutti gli altri si disattivano. La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori della University of Illinois Chicago (Uic), negli Stati Uniti. Gli scienziati, infatti, hanno osservato a lungo alcune cellule "gliali" crescere e aumentare la propria attività nonostante non ci fosse più il battito cardiaco. Ovviamente, sottolineano i ricercatori, l'attività di questi geni che continua post mortem, termina dopo poche ore. E non si tratta neanche di una scoperta bizzarra, dal momento che queste cellule hanno la specifica funzione di "pulire" il cervello e di rifornirlo soprattutto in caso di mancanza di ossigeno.
‘Zombie Genes’? UIC Researchers Find Some Brain Cells Increase Activity After Death – CBS Chicago https://t.co/7350BAw9oL
— Duluth Area Buzz (@BuzzArea) March 23, 2021
Fatto che si verifica, ovviamente, nel momento in cui una persona muore. Jeffrey Loeb, capo di neurologia e riabilitazione presso l'Università di Chicago, e principale firma dello studio, ha dichiarato che «la maggior parte degli studi danno per scontato che tutto nel cervello si ferma, quando il cuore smette di battere, ma non è così.
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Lo studio
La ricerca è stata condotta su una quantità di tessuto cerebrale fresco, si apprende, raccolto durante un intervento chirurgico avvenuto su un individuo con disturbi neurologici. La scoperta è stata sconvolgente: infatti, gli scienziati hanno scoperto che circa l'80% dei geni è rimasto stabile per circa 24 ore. Questi geni, ha dichiarato il dottor Loeb, potrebbero essere utili alla ricerca medica per comprendere alcune malattie come la schizofrenia e l'Alzheimer. Precedentemente, uno studio del 2016 ha registrato dati simili in un gruppo di topi: in quel caso erano stati trovati circa 1.000 geni attivi dopo la morte.
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