Rugby, Mondiale da dimenticare per l'Italia: i 3 errori alla base del fallimento e perché ne sono stati commessi 4. Promemoria per Quesada da oggi nuovo ct

Lunedì 30 Ottobre 2023, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 19:21

2) Azzurri sovrastimati, avversari sottostimati

Che possibilità avevano gli azzurri di passare il turno? Nessuna, l'abbiamo detto. E perché invece si è alimentato all'inverosimile questa chance? Se era per dare morale al gruppo e per convincere sponsor e seguito della nazionale, i risultati sono purtroppo sotto gli occhi tutti. Vittorie non certo brillanti, come era invece doveroso, con Namibia e Uruguay e disastri con Nuova Zelanda e Francia. Perché suonare così la grancassa alla vigilia? Strategia ingenua o ipocrita?

Ai giocatori, ci mancherebbe, va lasciata la frase di prammatica: “Scendiamo sempre in campo per vincere”, ma i dirigenti non avrebbero fatto meglio a essere realistici tenendo un profilo basso?

E poi è facile: quando si vuole sapere qualcosa su passato, presente e futuro del rugby basta chiamare Luciano Ravagnani, ex Gazzettino, patriarca dei cronisti della palla ovale italiana che due mesi prima del Mondiale ha scritto su “AllRugby”: “La marcia di avvicinamento al mondiale degli Azzurri - scongiuri d’obbligo - ha avuto molti aspetti di un già vissuto nel 1999, il peggior Mondiale mai disputato. Allora l’Italia fu sconfitta da Inghilterra (67-7), Nuova Zelanda (101-3) e anche Tonga (28-25). Zero punti in classifica, l’incolpevole ct Mascioletti giubilato e sostituito da Brad Johnstone in vista del primo Sei Nazioni. … già da allora un’inedita caccia al giocatore oriundo in grado di risolvere, purchessia, qualche problema in un roster pieno di acciacchi ... L’attuale situazione azzurra, a parte le similitudini degli oriundi, appare ora ben diversa dal “casino” di quel tempo, ma la decisione già presa di rinunciare a Crowley (che ora ha le idee chiare, le sue, ma sempre chiare) dopo il Mondiale, visti i precedenti Coste e Berbizier nella storia dell’Italia, non induce al massimo della serenità”.

Ci si è inoltre baloccati a lungo e fino alla vigilia delle partite “vere” anche con questa considerazione: “E' una formazione azzurra che si è guadagnata il rispetto di Francia e Nuova Zelanda che infatti schierano il XV migliore contro di essa. E' stato conquistato il diritto di giocare match da dentro o fuori con queste grandi rivali”.

Vero, giusto, lo si poteva proprio dire, ma aggiungendo che questi indubbi meriti erano pari all'effetto della cronologia dei match scelta astutamente dagli organizzatori per il calendario della poule: in passato si era malauguratmente affrontata subito una delle big, naturalmente perdendo e facendo crollare fin dall'avvio del Mondiale il castello delle (fragili o ingiustificate) attese. Da una parte allora i progressi nel gioco degli azzurri innescati dalla guida di Crowley (progressi che però non si sono visti troppo nei primi due match facili), dall'altra due Grandi "costrette" a schierare i migliori. Non andavano sovrastimati i primi, non andavano sottostimate le seconde.

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