Napolitano, la notte ad alta tensione (con lo spread a 600) nella quale impose a Berlusconi di dimettersi

Venerdì 22 Settembre 2023, 20:32 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 07:46

Napolitano, il paragone con Pertini

Certo, re Giorgio non è stato quella forza della natura che fu Sandro Pertini. Il presidente che fece impazzire il Paese con uno scopone giocato con Bearzot, Causio e Zoff sull'aereo che riportava a casa gli indimenticabili campioni del mondo del 1982. I critici parleranno di Repubblica presidenziale e di interpretazione estensiva delle sue prerogative sulla vicenda delle dimissioni di Silvio Berlusconi. I sostenitori la giudicheranno una mossa determinante per evitare il collasso del Paese. Nonostante questo, è stato spesso criticato proprio a sinistra, dove in tanti non hanno gradito il suo via libera a provvedimenti del Pdl quali, ad esempio, il lodo Alfano. Filo conduttore della sua azione è stato il dialogo fra le forze politiche. I primi due anni li ha passati curando il traballante governo Prodi. Fino alla sua caduta e al ritorno del Cavaliere a palazzo Chigi. I successivi tre anni si sono consumati nel tentativo di arginare l'attivismo di Berlusconi. Paradossalmente è proprio con la nascita del governo Monti che si apre la fase più difficile: evitato il burrone della crisi, l'Italia non riesce a schivare quello della recessione. L'immagine del governo tecnico a poco a poco si sbriciola. Il Pdl lo molla e Monti si dimette, contro il parere del presidente. Non solo, decide di 'salire in politicà. Napolitano, inutilmente, lo sconsiglia. I loro rapporti personali ne escono incrinati. Poi, i risultati elettorali, lo stallo politico e le critiche per l'iniziative dei saggi, hanno regalato a Napolitano una conclusione amara del suo primo settennato.

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