Israele-Hamas, un mese di guerra: cosa sta succedendo? I raid a Gaza, gli ostaggi e il rischio escalation

Lunedì 6 Novembre 2023, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 13:05

I raid nella Striscia e l'emergenza umanitaria

I bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza sono scattati tra il 27 e il 28 ottobre, venti giorni dopo il massacro di Hamas. Oltre a liberare gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi, l'obiettivo annunciato da Israele è quello eliminare Hamas, colpendo anche la famigerata “metropolitana di Gaza”, la rete dei tunnel sotterranei usata dall'organizzazione per i propri traffici. L'assedio però affligge soprattutto i civili rimasti senza acqua pulita, elettricità e cibo. Nel lembo di terra tra Israele, Egitto e il mare viene anche vietato l'ingresso di carburante, che serve ai terroristi di Hamas per lanciare missili e permettere aria nei tunnel. Ad oggi le conseguenze umanitarie sono devastanti: anche l'Onu ha lanciato un allarme senza precedenti. A metà ottobre l'esercito israeliano aveva ordinato ai palestinesi di spostarsi a Sud con un'operazione che ha coinvolto milioni di persone. Nel frattempo è andato avanti il negoziato del Qatar per l'evacuazione dei civili. Al valico di Rafah, al confine con l'Egitto, lo scorso 2 novembre 450 persone tra fragili, bambini e palestinesi con doppio passaporto e stranieri (4 italiani) hanno attraversato la frontiera e sono passati anche i primi camion con gli aiuti umanitari per i palestinesi.

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